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23 Giugno 2025

Greenpeace e attivisti in protesta a Venezia contro il matrimonio di Jeff Bezos

Un maxi striscione in Piazza San Marco per denunciare l’ingiustizia climatica e sociale dietro i fasti dei super-ricchi

Questa mattina, in una delle piazze più iconiche del mondo, si è consumata una protesta spettacolare e pacifica: attivisti e attiviste di Greenpeace Italia, insieme al gruppo britannico Everyone Hates Elon, hanno srotolato un enorme striscione di 400 metri quadrati in Piazza San Marco. La scritta, ben visibile a cittadini e turisti, recitava: "If you can rent Venice for your wedding, you can pay more tax" – “Se puoi affittare Venezia per il tuo matrimonio, allora puoi pagare più tasse”.

Il blitz, durato poco più di un’ora e già concluso al momento dell’intervento delle forze dell’ordine, ha coinvolto una decina di attivisti dell’organizzazione ambientalista. La protesta è stata organizzata in risposta all’annuncio delle imminenti nozze tra Jeff Bezos, fondatore di Amazon e uno degli uomini più ricchi del pianeta, e la compagna Lauren Sanchez, che secondo indiscrezioni avrebbero scelto proprio Venezia come location esclusiva per celebrare il matrimonio.

Striscione contro Bezos in piazza San Marco: «Se puoi affittare Venezia,  puoi anche pagare più tasse» | La Nuova Venezia

Il gesto è tutt’altro che simbolico per Greenpeace, che ha voluto accendere i riflettori su ciò che definisce “l’ingiustizia sociale e climatica” legata a eventi come questo. “Bezos incarna un modello economico e sociale che ci sta conducendo verso il collasso – hanno spiegato i portavoce presenti in piazza –. Sempre più spesso l'ingiustizia sociale viaggia di pari passo con quella climatica: da una parte l'arroganza di pochi miliardari che hanno stili di vita devastanti per il pianeta, dall'altra tutte le persone che subiscono quotidianamente i danni della crisi ambientale”.

Striscione contro Bezos in piazza San Marco: «Se puoi affittare Venezia,  puoi anche pagare più tasse» | La Nuova Venezia

L’accusa mossa dagli attivisti non è solo rivolta allo sfarzo del singolo evento, ma a un sistema globale che – secondo loro – continua a favorire l’arricchimento di pochi a discapito del bene collettivo e dell’ambiente. Il riferimento alla possibilità di “affittare Venezia” è una provocazione diretta alla privatizzazione di spazi pubblici e storici per usi esclusivi da parte di super-ricchi, in un contesto cittadino già provato dall’overtourism, dall’innalzamento del mare e dalla fragilità ambientale.

 

 

@Redazione Sintony News