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21 Maggio 2025

Stretta UE sugli acquisti online dalla Cina: in arrivo una tassa fissa di 2 euro a pacco

Una misura destinata a colpire i colossi dell’e-commerce come Shein e Temu: Bruxelles prepara una stretta sull’importazione di piccoli pacchi per contrastare concorrenza sleale, eccesso di imballaggi e carenze nei controlli doganali

L’Unione europea si prepara a dare un duro colpo al modello di business di piattaforme di e-commerce come Shein, Temu e AliExpress. La Commissione europea, su proposta del commissario al Commercio Maros Sefcovic, intende introdurre una tassa fissa di 2 euro per ogni pacco importato direttamente nell’Ue, in particolare dalla Cina, e 50 centesimi per ogni articolo destinato ai magazzini europei.

La misura, rivelata dal Financial Times, punta a regolamentare un flusso annuale stimato in 4,6 miliardi di articoli, in gran parte venduti a prezzi bassissimi attraverso marketplace online. La nuova tassa, che potrebbe entrare in vigore già nei prossimi mesi, è pensata per coprire i costi dei controlli doganali rafforzati, ma anche per rimpinguare le casse del bilancio comunitario.

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Secondo Sefcovic, l’obiettivo è anche quello di contrastare l’arrivo incontrollato di merci non conformi, potenzialmente pericolose, spesso accompagnate da un eccessivo uso di imballaggi. Il fenomeno ha alimentato le proteste di numerosi rivenditori e produttori europei – in particolare nei settori moda e artigianato – che lamentano concorrenza sleale dovuta a standard più permissivi per le merci provenienti da Paesi terzi.

Una questione che tocca da vicino anche il comparto manifatturiero e artigianale italiano – come ricordato spesso anche da Confartigianato – che negli ultimi anni ha dovuto fronteggiare l’invasione di articoli a basso costo, difficilmente tracciabili e quasi sempre fuori dai normali canali di certificazione.

Una parte dei proventi della nuova tassa sarà destinata ai sistemi di controllo doganale, che dovranno affrontare l’aumento esponenziale dei pacchi in arrivo, spesso in modo frammentato e con documentazione sommaria. Il resto del gettito confluirà nel bilancio generale dell’Unione europea, a sostegno delle politiche comuni.

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Questa proposta potrebbe segnare l’inizio di una nuova fase nella regolazione del commercio digitale globale, con l’UE intenzionata a rafforzare la propria autonomia strategica e a tutelare i propri settori produttivi. Un dibattito che tocca anche la Sardegna e altre realtà territoriali dove le piccole imprese faticano a competere con la logica del “tutto e subito” promossa dai giganti dell’e-commerce.

Le prossime settimane saranno decisive: la Commissione dovrà discutere il testo con gli Stati membri e con il Parlamento europeo, ma la direzione è chiara. Per i colossi del web, la stagione del “low cost senza regole” sembra avviarsi verso il tramonto.

 

 

@Redazione Sintony News