Mentre la televisione si conferma il mezzo più seguito dagli italiani con un’audience del 94,1%, il 20° Rapporto sulla Comunicazione del Censis, presentato nella Biblioteca del Senato, offre uno spaccato interessante sulle abitudini mediatiche del Paese. L’era digitale avanza inarrestabile, con internet utilizzato dal 90,1% della popolazione e i social network in forte crescita (+3,3%), ma tra le certezze che resistono e si adattano ai nuovi tempi c’è la radio, che mantiene un pubblico solido grazie alla sua straordinaria capacità di trasformarsi e ibridarsi con le nuove tecnologie.
Nel 2024, il 79,1% degli italiani ascolta la radio, confermando la sua capacità di coinvolgere il pubblico attraverso modalità di fruizione sempre più diversificate. I numeri restano stabili, con un leggero rialzo della radio tradizionale (+1,3%), che passa dal 45,6% al 46,8%, e della radio mobile, che tocca il 25,4% (+1,3%). Ma è l’autoradio la regina dell’ascolto radiofonico: il 68,9% degli italiani la sceglie come mezzo di compagnia durante gli spostamenti.
L’evoluzione del settore radiofonico ha permesso di mantenere alta la sua rilevanza, grazie allo streaming, ai podcast e alla diffusione su piattaforme digitali. La radio non è più solo un mezzo di intrattenimento, ma anche una fonte autorevole di informazione, capace di offrire aggiornamenti in tempo reale e approfondimenti senza il filtro degli algoritmi che caratterizzano i social network.
Nel panorama informativo, i telegiornali continuano a essere la fonte principale per il 47,7% degli italiani. Seguono Facebook (36,4%), i motori di ricerca (23,3%), le tv all news (18,9%) e i siti web di informazione (17,2%). La carta stampata, invece, registra un calo significativo: nel 2024, solo il 21,7% degli italiani legge quotidiani cartacei, segnando un declino del 45,3% dal 2007. Anche i settimanali perdono terreno (-2,2%), mentre i mensili rimangono stabili al 16,9%.
Un dato interessante è la crescita degli utenti che si affidano ai siti di informazione online, passati dal 58,1% al 61%, mentre i quotidiani digitali restano fermi al 30,5%. Ciò dimostra come l’informazione si stia sempre più spostando verso il web, dove la radio, grazie alle dirette streaming e ai podcast, si sta ritagliando un ruolo sempre più strategico.
Per la prima volta, il rapporto evidenzia un calo nell’influenza delle star del web: il 71,2% degli italiani dichiara di non seguire direttamente nessun influencer, e tra i più giovani (14-29 anni), il 34,4% ha cambiato atteggiamento verso i macro-influencer dopo gli scandali che hanno colpito il settore, come il caso del Pandoro Gate. Questo potrebbe rappresentare un’opportunità per la radio, che rimane un mezzo di comunicazione affidabile e scevro dalle logiche pubblicitarie aggressive che spesso caratterizzano i social.
Se la televisione è ancora la regina, la radio si conferma un pilastro della comunicazione italiana, capace di resistere alle trasformazioni digitali senza perdere il contatto con il proprio pubblico.
@Redazione Sintony News