Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto elezioni, introducendo la possibilità di votare in due giorni: domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15. La nuova disposizione entrerà in vigore già per la prossima tornata di elezioni amministrative, con il primo turno fissato per il 25 e 26 maggio.
La consultazione referendaria si svolgerà insieme ai ballottaggi delle amministrative, l’8 e 9 giugno, e non al primo turno, come da tradizione. Una decisione sottolineata dal ministro degli Affari Ue, Tommaso Foti, che ha spiegato: "Penso che l'affluenza sia in relazione ai quesiti e non al giorno. I temi importanti si affrontano sempre al di là dei giorni".
La scelta di far coincidere i referendum con i ballottaggi, anziché con il primo turno delle amministrative, ha suscitato critiche da parte del Comitato Referendum Cittadinanza. Il segretario di +Europa, Riccardo Magi, ha accusato il governo di voler ostacolare la partecipazione: "Tra le due possibilità è stata scelta quella più sfavorevole alla partecipazione popolare".
Magi, promotore di un flash mob davanti a Palazzo Chigi, ha ribadito che il comitato aveva richiesto l’abbinamento con il primo turno per favorire l’affluenza alle urne.
Nel decreto elezioni è stata inoltre introdotta una novità importante per i fuori sede: potranno votare tutti coloro che, per motivi di studio, lavoro o cure mediche, sono temporaneamente domiciliati in un comune di una provincia diversa da quella di residenza.
Con la nuova disposizione sul voto in due giorni e il dibattito sulla data dei referendum, la prossima tornata elettorale si preannuncia ricca di tensioni politiche. Mentre il governo difende la propria scelta come una questione organizzativa, l’opposizione denuncia un possibile tentativo di limitare la partecipazione popolare.
Solo cinque comuni sardi saranno chiamati alle urne nel 2025, tutti commissariati, come Nuoro, l'unico capoluogo di Provincia sardo al voto.
I comuni sono: Cardedu, Nuoro, Oniferi ( provincia di Nuoro) e Goni e Soleminis nel Sud Sardegna.
Si tratta di comuni con una popolazione inferiore ai 15mila abitanti, fatta eccezione per Nuoro, che ha superato questa soglia e quindi voterà con il sistema maggioritario a doppio turno, come prevede la normativa per i comuni sopra i 15mila abitanti. Gli altri comuni, con meno di 15mila abitanti, adotteranno il sistema proporzionale per l’elezione dei consigli comunali.
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