Dal cuore di San Sperate, piccolo borgo sardo noto per la sua vivace scena culturale, nasce il PanGioiello, un panettone unico che combina tradizione dolciaria e identità artigianale. Creato da Rita Cardia, artigiana appassionata e custode delle tradizioni locali, questo dolce natalizio rappresenta un progetto che va oltre la gastronomia, intrecciando storia e cultura sarda.
Il PanGioiello trae ispirazione dal bottone sardo, prezioso simbolo dell'artigianato isolano. Le decorazioni del panettone, realizzate con ghiaccia reale, riproducono i raffinati intrecci e motivi del gioiello, dando vita a un’opera che celebra le radici culturali della Sardegna.
«Ho voluto reinterpretare i dettagli intricati e simbolici di questo gioiello – racconta Rita Cardia – trasformandoli in un dolce che racconta la nostra storia e valorizza le radici culturali della Sardegna.»
Secondo Veronica Matta, antropologa e presidente dell’associazione Sa Mata, il PanGioiello rappresenta un connubio perfetto tra due tradizioni: quella dell’artigianato sardo e l’arte dolciaria lombarda. «Decorare il panettone con motivi ispirati ai bottoni in filigrana sardi crea un collegamento simbolico tra due mondi: l'artigianato prezioso della Sardegna e l'arte dolciaria lombarda. Questo esempio dimostra come le tradizioni possano essere reinterpretate per preservare l’identità locale e celebrare la cultura isolana, valorizzando al contempo elementi culturali e simbolici di portata nazionale e internazionale», spiega Matta.
Il PanGioiello fa parte del progetto “Fatu in domo”, un'iniziativa che promuove la produzione artigianale domestica come mezzo per rivitalizzare le economie locali e preservare le tradizioni culturali. Il laboratorio domestico di Rita Cardia diventa così il luogo in cui la tradizione incontra la creatività, trasformando un dolce iconico come il panettone in un messaggio di appartenenza e valorizzazione culturale.
Con il PanGioiello, San Sperate dimostra ancora una volta come l'artigianato locale e l’innovazione possano andare di pari passo, celebrando la ricchezza della cultura sarda e creando un dolce che non è solo da gustare, ma da ammirare come un’opera d’arte.
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