La scomparsa di Denise Pipitone, avvenuta il 1° settembre 2004, è uno dei casi di cronaca più dolorosi e misteriosi della storia recente italiana. Denise, che non aveva ancora compiuto 4 anni, scomparve mentre giocava davanti alla casa della nonna materna a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani. In questi venti anni, nonostante le numerose piste investigative seguite, il caso non è stato risolto, lasciando un vuoto e un dolore immenso nei cuori dei suoi genitori, Piera Maggio e Pietro Pulizzi.
I genitori di Denise hanno commemorato questo tragico anniversario sui social, esprimendo il loro dolore e la loro rabbia per l'insuccesso delle indagini e per la mancanza di giustizia. Piera Maggio ha scritto su Facebook che, a distanza di due decenni, non ci sono stati progressi significativi nel ritrovamento della figlia o nell'individuazione dei responsabili. Ha sottolineato come il caso di Denise rappresenti una delle "vergogne italiane", un fallimento della giustizia e dell'umanità.
Negli anni, diverse piste sono state seguite dagli inquirenti, dalla possibile responsabilità di nomadi, al traffico di organi, alla pedofilia, fino a ipotesi più complesse come quella di un rapimento orchestrato per vendetta e gelosia in ambito familiare. Tuttavia, nessuna di queste teorie ha portato a una soluzione definitiva. La sorellastra paterna di Denise, Jessica Pulizzi, fu accusata del rapimento, ma venne successivamente assolta per insufficienza di prove.
Nonostante il caso sia stato archiviato nel 2021, i genitori di Denise continuano a chiedere giustizia e a mantenere viva la memoria della loro figlia, con la speranza che un giorno la verità possa emergere e che i colpevoli possano essere puniti, sia a livello terreno che divino. Per loro, Denise è diventata la figlia di tutta Italia, e la loro battaglia per la verità e la giustizia non si fermerà.
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