Basta un semplice click per aderire alla petizione online lanciata da Claudio Lauretti, romano, classe ’90, imprenditore e Business Manager, attivista per i diritti sociali, umanitari e degli animali. Alcuni ragazzi (identificati) pochi giorni fa a Lanusei hanno lanciato da un ponte un gattino, riprendendo il tutto e pubblicando il video sui social che è diventato virale in poco tempo.
Nel video, si vede uno dei ragazzi che prende in mano il gattino nero e lo lancia. Un amico riprende la scena col telefonino, altri incitano il primo e sghignazzano mentre il cucciolo vola oltre il guard rail.
Le immagini sono raccapriccianti. Accompagnati dai genitori, i tre sono stati convocati dagli investigatori, ma non avendo trovato il gattino morto non gli possono contestare il reato di uccisione di animale.
Rischiano quindi di farla franca. E non si placano le polemiche per quel terribile gesto. È prevista per il 14 luglio una manifestazione a Ilbono. Nomi e foto dei minorenni circolano liberamente e l’indignazione corre sul web e non solo. Così come gli insulti e le minacce per gli autori del gesto.
Sono tanti i politici che hanno ripreso la notizia, dal ministro Matteo Salvini, alla presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, Michela Brambilla, fino a Enrico Rizzi, attivista, animalista e da tempo in prima linea nelle battaglie contro le zoomafie in Sicilia. Proprio quest’ultimo, ha organizzato una manifestazione il 14 luglio ad Ilbono e sta cercando di coinvolgere il maggior numero di persone possibili.
Intanto anche Claudio Lauretti, romano, classe ’90, imprenditore e Business Manager, attivista per i diritti sociali, umanitari e degli animali, fa la sua parte e lancia una petizione online, l’obiettivo è raggiungere 150mila firme, ora sono più di 80mila e sono nella giornata di giovedì 11 luglio sono state raccolte più di 60mila firme. “Cosa chiedo con questa petizione?”, si legge su sulla piattaforma online, “almeno l’applicazione minima delle pene previste per maltrattamento di animali: una reclusione da 3 a 18 mesi o la multa da 5.000 a 30.000 euro.
Un gesto simile non può passare impunito”.
@Redazione Sintony News