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29 Marzo 2024

Due prodotti di Villamassargia ricevono il riconoscimento del Ministero delle Politiche Agricole

"S'orìa de s’Ortu mannu pistàra" e "Su pani cun orìa de Biddamattzraxia" di Villamassargia sono ufficialmente iscritte nell'elenco nazionale dei PAT

"S'orìa de s’Ortu mannu pistàra" e "Su pani cun orìa de Biddamattzraxia" rispettivamente le olive di s'Ortu mannu pestate e il pane con olive di Villamassargia sono ufficialmente iscritte nell'elenco nazionale dei PAT, Prodotti Agroalimentari definiti Tradizionali dalle Regioni per il 2024.

"Dopo la premiazione in Senato della Sagra delle olive consacrata a sagra di qualità a livello nazionale - ha dichiarato con soddisfazione la sindaca di Villamassargia Debora Porrà - un altro traguardo è stato raggiunto: il Ministero delle Politiche agricole e sovranità alimentare ha approvato i nostri due PAT".

L'istanza, avanzata dall'Amministrazione alla Regione, era stata preceduta da una ricerca demoantropologica sul cibo tradizionale a Villamassargia, finalizzata appunto al riconoscimento dei prodotti tipici locali. L'indagine, condotta con perizia dalla prof.ssa Anna Luigia Moica, si è sviluppata da marzo ad agosto 2023 e si è fondata sulla produzione di fonti orali, videointerviste, ricerche d'archivio e raccolta di materiali e di fonti bibliografiche.

"I due prodotti individuati - ha spiegato la prof.ssa Moica, consulente scientifica del progetto - sono accomunati da una preparazione tipica del paese di Villamassargia, avendo avuto nei secoli una tradizione olivicola molto importante. La ricetta de s'orìa de s'Ortu mannu pistàra - ha continuato - è strattamente legata all'uliveto storico di s'Ortu mannu e ai suoi alberi monumentali, il cui frutto, nel paese, è il primo a maturare. Già a Ferragosto, da sempre, nelle case dei massargesi si può gustare questa specialità".

Su pani cun orìa, la cui preparazione si deve alla creatività e all'esperienza delle donne, e s'orìa de s'Ortu mannu pistàra rappresentano appieno la cultura locale: descriverne con precisione la ricetta antica "significa parlare della storia millenaria di una popolazione e degli aspetti demoetnoantropologici di una comunità intera", sottolinea nella relazione la prof.ssa Moica.

Dai racconti (25 le persone intervistate differenti per età ed appartenenza sociale) si evince quanto s'Ortu mannu accomunasse gli abitanti del paese: nel periodo della raccolta "tutta la comunità interveniva nell'uliveto secondo le proprie competenze, ruoli ed esigenze" e lo svolgimento di queste attività, oltre a un rito, prendeva le sembianze di una festa, proprio come è oggi la Sagra delle olive ad ottobre. 

"Il riconoscimento dei nostri PAT a livello nazionale è conferma e consapevolezza delle nostre tradizioni tramandate da generazioni e sono certa - ha concluso la Sindaca - che settori come quello agricolo, turistico e commerciale potranno puntare su queste tipicità per incentivarne la promozione e le vendite, con una ricaduta positiva del marketing territoriale".

 

@Redazione Sintony News