La protesta degli agricoltori e degli allevatori sardi davanti al porto di Cagliari continua anche oggi, giovedì 1 febbraio. I manifestanti hanno rallentato l'ingresso e l'uscita dei tir dal molo, creando code in via Riva di Ponente.
Nella tarda mattinata di ieri una delegazione ha raggiunto la sede di Argea per avere risposte sul futuro del loro lavoro. L'incontro non ha portato a risultati concreti, con Argea che ha annunciato che inizierà i pagamenti a partire dal 15 febbraio.
Nel frattempo, gli altri manifestanti hanno organizzato un banchetto conviviale con i prodotti della loro terra. Giorgio Ghiani, coltivatore cereali e foraggio a Guasila, afferma che la protesta va avanti perché «più restiamo, più abbiamo possibilità di farci ascoltare». C'è chi spiega che per colpa di costi e spese si arriva ad anticipare soldi che spesso non rientrano, quindi poi il produttore va in perdita.
Intanto, gli "autotrasportatori sardi riuniti" hanno espresso solidarietà agli uomini e alle donne delle campagne e non escludono un'imminente stato di agitazione del settore. Luigi Massimiliano Serra evidenzia che la categoria sta subendo pesantemente le decisioni prese dall'Ue, come la tassa sulle compagnie marittime per l'inquinamento, che verrà applicata anche ai mezzi pesanti dal 2025.
Roberto Congia, referente del comitato "Riscatto agricolo", conclude affermando che «ben vengano gli autotrasportatori: questa è una protesta per tutti, noi li abbiamo sostenuti nella loro battaglia. Insieme possiamo davvero ottenere qualcosa per rendere il nostro futuro in Sardegna migliore».
La protesta è iniziata soprattutto contro le politiche comunitarie adottate e previste per il comparto agricolo, che considerano penalizzanti per le produzioni sarde, per dire no ai ritardi nei pagamenti dei contributi da parte di Argea, e protestare contro la burocrazia eccessiva e costi di produzione troppo elevati.
La protesta è destinata a continuare, con il coinvolgimento di altri settori produttivi della Sardegna.
@Redazione Sintony News