La notizia della morte di Ryan O'Neal è stata comunicata dal figlio Patrick attraverso un toccante post su Instagram: "Questa è la cosa più difficile che abbia mai avuto da dire, ma eccoci qui. Mio padre è morto in pace oggi, con la sua amorevole squadra al suo fianco che lo sostiene e lo ama come lui farebbe con noi".
Nato a Los Angeles il 20 aprile 1941 con il nome Charles Patrick Ryan O'Neal, l'attore ha raggiunto la fama nel 1970 con il ruolo di Harvard Oliver nel leggendario "Love Story", che gli valse una nomination all'Oscar come miglior attore protagonista nel 1971. Il film, diretto da Arthur Hiller, ottenne sette candidature agli Oscar e vinse il premio per la miglior colonna sonora di Francis Lai. Nel 1972, Ryan O'Neal si aggiudicò anche il David di Donatello come miglior attore straniero per la sua straordinaria interpretazione.
La carriera di O'Neal non si limitò a "Love Story". Nel corso degli anni, ha affascinato il pubblico con ruoli memorabili in film come "Barry Lyndon" e "Oliver's Story", un sequel del suo successo del 1970. Nonostante le sfide personali, incluse diagnosi di leucemia cronica nel 2001 e cancro alla prostata nel 2012, O'Neal ha continuato a portare avanti la sua carriera di attore con impegno e passione.
La vita personale di Ryan O'Neal è stata altrettanto intensa. Sposato con l'attrice Joanna Moore dal 1963 al 1967, ha avuto due figli, gli attori Griffin e Tatum O'Neal. Successivamente, si è risposato con l'attrice Leigh Taylor-Young, da cui ha avuto il terzogenito Patrick. Nel 2012 ha pubblicato un libro di memorie, "Both of Us: My Life With Farrah".
Nonostante le sfide e le turbolenze, O'Neal è stato descritto dal figlio Patrick come un uomo generoso e divertente: "È stato una persona divertente. E il più bello ovviamente, ma anche il più affascinante. Amava far ridere la gente. Era praticamente il suo obiettivo. Non importava la situazione, se c'era uno scherzo da trovare, lo azzeccava. Voleva davvero che ridessimo. E abbiamo riso tutti. Ogni volta. Ci siamo divertiti".
Marta Rachele Pusceddu