Dopo un intenso interrogatorio durato ben 9 ore, Filippo Turetta, accusato dell'omicidio di Giulia Cecchettin, si è confrontato con il pm di Venezia, Andrea Petroni. Sia il pubblico ministero che i difensori hanno lasciato il carcere di Verona sotto scorta poliziesca. L'avvocato Giovanni Caruso, rappresentante di Turetta, ha preferito mantenere il silenzio di fronte ai giornalisti.
Nel frattempo, i dettagli dell'autopsia hanno rivelato che Giulia Cecchettin è stata accoltellata a morte da Turetta nell'area industriale di Fossò, situata a 6 chilometri dalla sua abitazione, intorno alle 23:40 di sabato 11 novembre. La cronologia degli eventi è stata determinata grazie all'autopsia, che ha indicato che al momento in cui la Fiat Punto nera di Turetta scompariva dalle telecamere della zona industriale, alle 23:50, Giulia era già deceduta a causa delle ferite riportate durante la seconda fase dell'aggressione, come documentato dalle immagini di quel tragico sabato.
L'autopsia conferma dunque che Giulia non era già più in vita quando l'ex fidanzato abbandona il corpo vicino al lago di Barcis, coperto con dei sacchi neri.
Di tutto questo Turetta ha parlato per nove ore al pm Andrea Petroni proseguendo di fatto la confessione iniziata con le dichiarazioni spontanee davanti alla gip Benedetta Vitolo, quando si era definito "affranto, dispiaciuto", pronto a "pagare" per le sue responsabilità. Spiegando l'orrore ha raccontato "ho perso la testa, mi è scattato qualcosa".
Marta Rachele Pusceddu