Le ultime operazioni in ordine cronologico dei Carabinieri hanno portato al sequestro di tre piantagioni di marijuana in Gallura, confermando che l’isola ormai è uno dei più grossi centri di produzione europea. Oltre a confermare l’alto livello di attenzione posto dalle forze di Polizia nelle attività di contrasto ai delitti connessi con le sostanze stupefacenti, gli ultimi sequestri, in Gallura, Barbagia, Campidano e Sulcis, confermerebbe i trend di crescita indicati nelle relazioni della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (D.C.S.A.) del Dipartimento di Pubblica sicurezza del Ministero dell’interno: la Sardegna, come anche la Calabria, si è rivelata la regione con le maggiori capacità produttive; nell’anno 2021 i quantitativi di sostanze sequestrate, prevalentemente la canapa ed i suoi derivati, sono aumentati del 471,49% rispetto all’anno precedente, passando da 4.142,92 chilogrammi a quasi 24.000.
In altre parole, sempre secondo i report annuali della D.C.S.A. , il 20% circa di tutte le droghe derivate dalla canapa e sequestrate sul territorio nazionale sono prodotte o comunque provengono dall’isola; una rapida risalita è stata quella della produzione delle piante che, partendo dal 2019, è giunta al 2022 con circa 30.000 arbusti.
Peraltro, il dato dei recenti sequestri confermerebbe anche un altro importante fondamento, ovvero quello secondo il quale le condizioni orografiche e climatiche dell’isola sarebbero particolarmente favorevoli per una produzione “outdoor” su larga scala; in ultimo, ma non per importanza, è il computo dei ricavi di tali attività illecite e le cifre dedotte – calcolate sempre secondo i dati forniti dall’organo ministeriale e relativi al costo della marijuana dedotto dalla media dei prezzi a cui essa è venduta in alcune delle maggiori città italiane – sono impressionanti.
A titolo meramente esemplificativo, volendo rimanere sul solo sequestro effettuato sull’altopiano di Buddusò lo scorso 11 ottobre, i ricavi sarebbero potuti essere: in relazione al traffico, ovvero la compravendita all’ingrosso per il successivo smercio sul territorio nazionale ed all’estero, la cifra sarebbe oscillata tra i 10 e gli oltre 24 milioni di euro; mentre, in caso di spaccio al dettaglio su strada, il ricavato sarebbe stato più consistente toccando le cifre iperboliche che sono ricomprese tra i quasi 36 ed i 49 milioni di euro. Somme enormi che richiamano certamente diverse attenzioni criminali e che richiedono importanti riflessioni sul fenomeno che ormai dilaga in Sardegna.
Redazione sintony.it