
Il governo prosegue la sua lotta alla criminalità e ai pirati della strada, o in questo caso pirati a tutti gli effetti perché si parla di omicidio nautico. Approvato anche alla Camera con 268 sì, è stato introdotto nell’ordinamento italiano il reato di omicidio nautico che diverrà effettivamente legge dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale; la paternità della norma è dei senatori di Fratelli d'Italia Alfredo Balboni e Guido Quintino Liris, che hanno voluto fosse punibile al pari degli omicidi causati da incidenti o comportamenti illegali su strada.

L'omicidio nautico si verifica quando la morte di una o più persone è causata da azioni imprudenti, negligenti o illegali durante l'uso di un'imbarcazione e sarà punibile fino a sette anni di carcere. Vi sono però delle aggravanti in caso di guida in stato di ebbrezza, sotto l'effetto di stupefacenti, senza patente o se l'imbarcazione è sprovvista di assicurazione. Nel caso di morte di più persone la pena potrà arrivare anche a 18 anni, mentre potrebbe essere dimezzata se il decesso non è provocato esclusivamente dal conducente ossia se vi sono altre cause esterne che hanno contribuito al fatto. In caso di fuga dopo l'incidente, il guidatore riceverà un aumento della pena da uno a due terzi, ed è previsto il carcere fino a tre anni per chiunque procuri per colpa lesioni gravi o gravissime, sempre a seguito della violazione delle norme sulla navigazione marittima o interna.

Invece, se il conducente si ferma subito e presta o attiva i necessari soccorsi e si mette immediatamente a disposizione degli organi di polizia giudiziaria, non verrà predisposto l’arresto. Ma c’è anche chi si oppone, sostenendo che la norma sia inutile e crei soltanto l’illusione di maggiore controllo, un escamotage per ottenere consensi, e che si dovrebbe invece puntare sull’educazione e applicare correttamente le leggi già esistenti.
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