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29 Giugno 2023

Catturato il ronzio di sottofondo ipotizzato da Einstein. Nel team alcuni ricercatori sardi

La scoperta di una forma di onde gravitazionali che crea un “ronzio di sottofondo” porta la firma anche dei ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica di Cagliari

 

Astronomi di tutto il mondo hanno annunciato di aver trovato prova di una forma di onde gravitazionali a lungo teorizzata che crea un "ronzio di sottofondo" che rimbomba in tutto l'universo. L’esistenza di queste onde era stata teorizzata da Albert Einstein, ma non era mai stata provata finora. 

Questa eccezionale scoperta porta la firma anche dei ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) di Cagliari. La svolta – realizzata da centinaia di scienziati che utilizzano radiotelescopi in Nord America, Cina, India, Australia, Europa e anche in Sardegna, dove è operativo il Sardinia Radio Telescope – è stata salutata come una pietra miliare che apre una nuova finestra sull'universo

Tra i ricercatori dell’INAF di Cagliari, l’entusiasmo è palpabile: "Grazie alle osservazioni di EPTA, stiamo aprendo una nuova finestra nell'universo delle onde gravitazionali ultra lunghe (corrispondenti a frequenze di oscillazione del miliardesimo di Hertz) che sono associate a sorgenti e fenomeni unici", afferma la ricercatrice Caterina Tiburzi. La collega Marta Burgay precisa: "Queste onde gravitazionali ci permettono di studiare alcuni dei misteri finora irrisolti nell’evoluzione dell'Universo, fra cui, ad esempio, le proprietà della elusiva popolazione cosmica dei sistemi binari formati da due buchi neri supermassici, aventi masse miliardi di volte maggiori di quella del Sole".  

 

 

"È una grande soddisfazione per tutta l’astrofisica italiana che il Sardinia Radio Telescope, il grande radiotelescopio gestito da INAF, sia fra i testimoni dell’emergere nei dati di questo lento respiro dello spazio-tempo», spiega Andrea Possenti, Primo Ricercatore dell’INAF di Cagliari e fra i fondatori di EPTA, assieme all’ex presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica Nichi D’Amico. Che precisa: "Si tratta di nuovo grande risultato scientifico, che conferma, a livello mondiale, il ruolo centrale dell’Italia, e vieppiù della Sardegna (con SRT e speriamo presto anche con l’Einstein Telescope), nello studio delle onde gravitazionali per molti decenni a venire".

Le onde gravitazionali sono increspature nel “tessuto” dell'universo che viaggiano alla velocità della luce quasi del tutto senza ostacoli. Per decenni gli scienziati hanno cercato le onde gravitazionali a bassa frequenza, che si pensa siano costantemente in movimento nello spazio come un rumore di fondo. Unendo le forze sotto la bandiera del consorzio International Pulsar Timing Array, gli scienziati che lavorano ai rilevatori di onde gravitazionali in diversi continenti hanno rivelato ora di aver finalmente trovato una forte evidenza di queste onde di fondo. 

Per trovare prove di questo andamento alle basse frequenze, gli astronomi hanno osservato le pulsar, i nuclei morti delle stelle esplose in una supernova. Alcuni ruotano centinaia di volte al secondo, facendo lampeggiare raggi di onde radio a intervalli estremamente regolari, come fari cosmici. Ciò significa che possono agire come «un orologio molto, molto preciso», ha detto Keith.

In futuro, le onde gravitazionali a bassa frequenza potrebbero rivelare di più anche sul Big Bang e possibilmente far luce sul mistero della materia oscura, hanno detto gli scienziati, oltre a far capire meglio come si formano e si evolvono i buchi neri e le galassie. 

 

 

Marta Rachele Pusceddu