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16 Maggio 2023

Emanuela Orlandi, la Procura di Roma acquisisce gli atti del Vaticano

Lo scorso gennaio, a quarant’anni dalla misteriosa scomparsa di Emanuela, la magistratura vaticana ha riaperto il caso che ora torna a Piazzale Clodio

Un giallo che dura 40 anni e che probabilmente sarà chiarito quando non ci sarà più nessuno dei protagonisti, familiari, prelati e delinquenti. Il caso di Emanuela Orlandi la ragazzina cittadina del Vaticano scomparsa a Roma all'età di 15 anni il 22 giugno del 1983 torna nelle stanze della procura di Roma che ha acquisito alcuni atti, messi a disposizione del Vaticano, nell'ambito del procedimento già aperto a Piazzale Clodio sulla sua scomparsa e quella di Mirella Gregori, anche lei 15enne (di cui poco o nulla si parla). Un procedimento avviato dopo che il Csm aveva chiesto informazioni su un esposto presentato al consiglio dai familiari della ragazza.

 

 

 

"Il nostro augurio – ha detto Laura Sgrò, l'avvocata del fratello di Emanuela, Pietro Orlandi - è che ci sia una cooperazione leale" tra la procura di Roma e il Vaticano “alla ricerca della verità. È una bella notizia, è quello che noi chiediamo da anni per avere la verità”. Sgrò precisa di avere appreso la notizia dalla stampa e che per ora non ancora c'è nessuna comunicazione e tantomeno un coinvolgimento della famiglia Orlandi in questa nuova fase di indagini che si apre sul caso. Un caso “sporcato” dallo stesso Pietro Orlandi, che forse preso dalla voglia di arrivare alla verrità sulla sorte della sorella scomparsa, ha gettato fango su Papa Giovanni Paolo II, dando ascolto a delle farneticanti dichiarazioni di un delinquente della banda della Magliana, il sodalizio criminale guidato da Renatino De Pedis che fu ucciso in circostanze misteriose e sepolto nella basilica di Sant’Apollinare, guarda caso attigua alla scuola di musica dove Emanuela andava a prende lezioni di flauto e dove fu vista per l’ultima volta.

 

Emanuela Orlandi e la commissione d'inchiesta: il voto slitta, durata  ridotta. Gualtieri nega la piazza al fratello | Corriere.it

 

Lo scorso gennaio, a quarant’anni dal tragico evento, la magistratura vaticana ha riaperto il caso. Nelle nuove indagini si riparte dai dati processualmente acquisiti, si stanno seguendo nuove piste e vecchie indicazioni all'epoca non troppo approfondite: insomma, il lavoro è ripartito dall'esame di ogni singolo dettaglio da quel pomeriggio di giugno quando la figlia di un dipendente vaticano scomparve nel nulla.

Redazione sintony.it