Proseguono a ritmo elevato i rincari in Sardegna, con i prezzi al dettaglio che in regione continuano a crescere più velocemente rispetto al resto d’Italia. Lo afferma Adiconsum Sardegna, che ha rielaborato i dati definitivi sull’inflazione diffusi oggi dall’Istat.
“La Sardegna è la seconda regione d’Italia con l’inflazione più alta – spiega il presidente Giorgio Vargiu – A marzo i prezzi sono infatti saliti del +9%, contro una media nazionale del +7,6%, con una frenata rispetto ai mesi precedenti determinata tuttavia unicamente dalla riduzione del prezzi energetici. Questo significa che, considerata la spesa per consumi annua delle famiglie residenti in regione, un nucleo sardo si ritrova a spendere oggi in media +2.231 euro all’anno a causa degli aumenti dei prezzi”.
“La situazione più preoccupante è quella relativa agli Alimenti, voce di spesa primaria delle famiglie – prosegue Vargiu – I prezzi di cibi e bevande salgono a marzo in media del 15% in Sardegna (+14% a febbraio, +13,4% a gennaio) contro una media nazionale del 13,2%. Tradotto in soldoni, solo per mangiare una famiglia sarda si ritrova a spendere oggi +688 euro all’anno”.
“I cittadini della Sardegna continuano ad essere fortemente penalizzati sul fronte dei prezzi al dettaglio – denuncia Giorgio Vargiu – Ribadiamo la nostra richiesta al Governo di intervenire con urgenza per calmierare i listini e sostenere le famiglie, adottando misure realmente efficaci, a partire dal taglio dell’Iva su alimentari e generi di prima necessità, perché con una inflazione a questi livelli il rischio concreto è di spingere migliaia di famiglie sarde verso la soglia di povertà” – conclude il presidente di Adiconsum Sardegna.
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