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16 Aprile 2023

Uno studio ha rivelato le droghe utilizzate nell’età del bronzo in Europa

Grazie a un’analisi su ciocche di capelli risalenti all’età del bronzo, è stato possibile scoprire quali droghe venivano utilizzate in Europa dai nostri antenati

La ricerca pubblicata su Scientific Report ha affermato che sostanze psicoattive, come efedrina, atropina e scopolamina venivano usate coscientemente in Europa già durante l’età del bronzo, compresa tra il 2300 e il 900 circa a.C. È stato possibile scoprirlo grazie a delle analisi forensi condotte su ciocche di capelli risalenti a questa epoca e ritrovate in un sito di sepoltura sull’isola di Minorca, in Spagna. Vi erano già alcuni indizi indiretti, fra cui il ritrovamento di derivati dell’oppio in contenitori datati a questo periodo storico. Questi ultimi risultati, però, costituiscono la prima prova diretta dell’utilizzo di queste sostanze nell’Europa preistorica.

L’utilizzo di vari tipi di droghe derivate da piante era già noto per molte civiltà preistoriche vissute in Nord e Sud America, e anche in Eurasia. Ma, almeno per quanto riguarda le civiltà europee, e in particolare che hanno occupato in quell’epoca l’area del Mediterraneo, il presente studio è il primo a fornire prove dirette dell’assunzione prolungata di questo tipo di sostanze.

 

 

“Grazie alle straordinarie condizioni di conservazione - spiega Cristina Rihuete, studentessa di dottorato presso l’università autonoma di Barcellona e co-autrice dello studio - i capelli e tutti gli utensili utilizzati per trattarli sono sopravvissuti fino a oggi e siamo stati in grado di analizzarli scientificamente”. Grazie all’utilizzo di tecniche di spettroscopia di massa ad alta risoluzione e cromatografia liquida a prestazione ultra elevata, i ricercatori sono stati in grado di determinare con precisione le sostanze di cui si faceva uso all’epoca. “L’efedrina è uno stimolante naturale, mentre atropina e scopolamina hanno effetti allucinogeni”, racconta Elisa Guerra Doce, docente presso l’università di Valladolid (Spagna) e prima autrice dello studio. Secondo i risultati delle analisi, è possibile che queste droghe venissero consumate regolarmente, o comunque per periodi prolungati.

Quel che sembra evidente è che il loro utilizzo fosse non solo cosciente, ma anche frutto di un’approfondita conoscenza acquisita nel tempo: “Considerando la potenziale tossicità degli alcaloidi presenti nei capelli - si legge nello studio - la loro manipolazione, l’uso e le applicazioni rappresentavano conoscenze altamente specializzate. Queste conoscenze erano tipicamente possedute dagli sciamani, che erano in grado di controllare gli effetti collaterali delle droghe vegetali attraverso un’estasi che rendeva possibile la diagnosi o la divinazione”. È anche possibile quindi che il loro utilizzo facesse parte di rituali sciamanici. Quel che è certo, è che questa ricerca rivela nuovi e affascinanti dettagli sulla vita dei nostri antenati europei.

@Redazione Sintony News