I misteri di Urano hanno sempre attirato l'attenzione di astronomi e scienziati. I dati pervenuti dalla missione Voyager 2, il quale ha sorvolato il pianeta nel suo viaggio quasi 40 anni fa, hanno evidenziato un segnale molto curioso proveniente dai satelliti intorno al corpo celeste: le lune di Urano potrebbero avere oceani liquidi.
Quando la Voyager 2 nel 1986 si avvicinò al pianeta, vennero raccolte particelle cariche che presentavano la particolarità di essere intrappolate in regioni specifiche della magnetosfera uraniana, più precisamente vicino alle orbite di Miranda e Ariel (lune di Urano).
Inizialmente gli scienziati non avevano idea della provenienza di questa fonte energetica, ma indagando a fondo tra i dati della sonda Voyager 2 sono riusciti a trovare qualcosa: è emerso un punto chiaro e innegabile nello spazio tra Miranda e Ariel, sottolineando una fonte di ioni energetici in quella regione.
Un rilevamento simile, inoltre ha portato alla scoperta della luna oceanica di Giove, il cui nome è Europa.
Con forte probabilità, o Miranda, la più piccola delle cinque grandi lune di Urano, o Ariel, la più luminosa, o forse entrambe, potrebbero contenere un oceano sotto la loro superfice ghiacciata. Il significato è facilmente comprensibile: un oceano attivo sottenderebbe la presenza di acqua liquida, di conseguenza sappiamo bene che questa, nella maggior parte dei casi, è indice di vita.
Alessandro Paolo Porrà