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18 Febbraio 2023

Torna a Bosa il Carrasegare Osinku

Fino al 25 febbraio a Bosa va in scena il Carrasegare Osinku

Coriandoli, trombette, e tanto divertimento. Questa la ricetta per un carnevale con i fiocchi, ma ci sono anche territori che reputano il Carnevale una festa, talmente sentita da indurre anche Il’interruzione delle attività scolastiche per qualche giorno. È il caso di Bosa dove ogni anno (a parte lo stop imposto dalla pandemia) va in scena il Carrasegare Osinku. Il ritorno del Fuoco di Sant’Antonio Abate che è stato acceso con successo lunedì 16 gennaio ha dato il via alla festa. 

Oggi, sabato 18 febbraio, sarà la volta del Sabato delle cantine, dalle ore 18:00 alle 23:00, ma il centro storico ospiterà musica, maschere e cantine aperte con degustazioni di piatti tipici, malvasia e alto vino locale. E Si può indossare una qualsiasi maschera. 

 

 

Il percorso enogastronomico per le vie del centro storico è organizzato dalla Proloco Melkiorre Melis.

Alle 23:00 in Piazza Carmine un dj scalderà la serata che si trasformerà in una grande festa che invade la piazza con musica e balli in maschera.

Domani, domenica 19, dalle ore 10 alle 18 si terrà la – Filata sul Fiume Temo –rigorosamente in maschera!

Si tratta di un momento molto atteso tanto che i bambini nelle scuole insieme alle maestre scelgono un tema all’inizio dell’anno scolastico e realizzano, carri maschere e sfilate nella città, ogni classe un tema diverso.

Particolare attenzione verso la festa “ Giogia l’Aldaggiolu (lardazholu)” dove numerosi gruppi in maschera suonano strumenti creati per l’occasione e cantano per le vie del paese chiedendo una ricompensa e visitando amici e parenti  cantando “Muttettus  a  trallallera”,  ricevendo in  cambio “Sa palte ‘e cantare”, alimenti  di ogni genere.

La maschera di “Gioggia laldagiolu” è caratterizzata da una giacchetta rigirata, un po’ di fuliggine sul volto e una canna o un bastone trasformati in spiedo, in cui infilzare carne, frutta o generi alimentari. Mentre giovedì grasso spesso prevede la sfilata dei carri delle scuole. 

I concerti di sera arrivano poi fino al martedì Grasso quando si celebra la fine del carnevale attraverso un lamento funebre de S’Attittidu. 

Non c’è spazio per tutte le maschere, chi vuole partecipare lo può fare vestendosi totalmente di nero: una gonna lunga, corsetto e uno scialle nero. Ogni maschera ha con sé un bambolotto, un pupazzo fatto di stracci chiamato Gioldzi.

Con l’arrivo della sera, i colori delle strade cambiano: le figure nere diventano bianche, simboli delle anime del carnevale. I partecipanti indossano lenzuola bianche e camminano per le strade con lanterne in mano alla ricerca di Gioldzi. Una volta trovato lo bruciano in uno dei falò illuminando le strade della città.

La grande festa di Bosa terminerà sabato 25 febbraio con la pentolaccia dalle 16.30 in piazza Dante. 

 

Ascolta l' intervista con il Sindaco di Bosa
 

 

@Redazione Sintony News