Stop a tutte le cessioni dei crediti di tutti i bonus fiscali, a partire dal superbonus. Il provvedimento del Governo inguaia anche la Sardegna, che in Finanziaria ha previsto l’acquisto dei crediti. Spunta anche questa novità nel decreto in materia di crediti fiscali che il governo ha approvato nel Consiglio dei ministri e già approdato all’esame della Camera dopo la pubblicazione lampo sulla Gazzetta Ufficiale. Mentre diventa subito operativo il divieto di acquisti per le pubbliche amministrazioni il Governo ha optato per un clamoroso dietrofront per bloccare il caos che ormai da mesi domina il mercato dei crediti fiscali legati ai lavori edilizi.
Problema di non poco conto per il presidente della Regione Christian Solnas, che il 6 febbraio scorso aveva dichiarato: «La Sardegna, prima regione d’Italia a entrare nella partita Superbonus per sbloccare i crediti di imposta incagliati nelle maglie della burocrazia, diventa un esempio da seguire a livello nazionale. Le modalità di attuazione e le condizioni dell’acquisto dei crediti edilizi di bonus, superbonus 110% ed ecobonus saranno messe a punto con una delibera di Giunta dopo che la Regione, attraverso la Finanziaria, ha messo a disposizione la propria capienza fiscale per acquistare i crediti, stimata potenzialmente in 40-50 milioni di euro al mese».
Stop a tutte le cessioni di bonus - Sono tre le linee sulle quali ha lavorato il Governo per correggere le norme sulle cessioni dei crediti. La prima, e più clamorosa, prevede lo stop di tutte le cessioni di bonus fiscali. In sostanza, il Governo ha disattivato la norma quadro che regola le cessioni. Sono esclusi da questa novità gli interventi già avviati.
La seconda linea di intervento blocca sul nascere le operazioni di acquisto di crediti da parte di Regioni e altri enti pubblici. La norma introduce un divieto secco per Comuni, Province e Regioni e tutti gli enti che rientrano nel cosiddetto “perimetro della Pa” di acquistare crediti fiscali legati a lavori di ristrutturazione. La terza riguarda queste operazioni di acquisto, che infatti potrebbero essere contabilizzate come indebitamento, possibile solo in forme limitatissime. Muoino così sul nascere iniziative come quella della Provincia di Treviso, che ha annunciato l’acquisto di 14,5 milioni di euro da due banche pochi giorni fa, o della Regione Sardegna, che ha approvato una norma per l’acquisto di crediti nella sua legge di Stabilità 2023.
Il decreto legge sulla cessione dei crediti derivanti da incentivi fiscali «ha un duplice obiettivo: cercare di risolvere il problema che riguarda la categoria delle imprese edili per l’enorme massa di crediti fiscali incagliati e mettere in sicurezza i conti pubblici» spiega il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in conferenza stampa a Palazzo Chigi.
Abbiamo «chiarito per legge i confini della responsabilità solidale da parte dei cessionari dei crediti» e questo risponde all’obiettivo di «eliminare le incertezze, dubbi e riserve che hanno fatto sì che tanti intermediari, in particolare le banche evitassero da qualche mese di assorbire e quindi di scontare questi crediti», ha aggiunto il ministro dell’Economia. «Traendo spunto dalla decisione adottata e comunicata in Parlamento da Eurostat abbiamo deciso di porre divieto alle amministrazioni locali e Regioni di procedere a questi sconti perché avrebbero impatto diretto sul debito pubblico», precisando che dal 17 febbraio «rimarranno tutte le forme di bonus però solo nella forma di detrazione di imposta».
Redazione sintony.it