Non appena la voce di Eminem è fuoriuscita dagli speaker del djset di David Guetta, un boato è esploso tra gli spalti pieni dello stadio.
I versi “this is the future rave sound, I’m getting awesome and underground”, tuttavia, non facevano parte di un featuring tra Guetta e il rapper americano ma, come riportato da Rockol, componevano un esperimento reso possibile dall’intelligenza artificiale, la quale ha scritto il testo e ha replicato la voce di Eminem.
Il dj francese ha spiegato in un video postato su Instagram: “Ovviamente non lo pubblicherò è una cosa che ho fatto per scherzo. E ha funzionato alla grande. Ho scoperto questi siti di intelligenza artificiale che ti permettono di scrivere testi nello stile di un particolare artista. Così gli ho chiesto di scrivere un verso alla Eminem su un rave party del futuro. Poi sono andato su un altro sito di intelligenza artificiale, che permette di imitare le voci degli artisti famosi, e gli ho fatto recitare il testo scritto dal sito di prima. L’ho messo nel mio set, l’ho suonato e la gente è impazzita”.
In una recente intervista rilasciata alla BBC in occasione dei Brit Awards, David Guetta ha inoltre evidenziato l'essere favorevole all'utilizzo delle nuove tencologie: “Ne sono certo, il futuro della musica è l’intelligenza artificiale. Sarà solo uno strumento, perché niente sostituirà il gusto. Ogni nuovo stile musicale è figlio di un’innovazione tecnologica", ha sottolineato il dj. "Probabilmente il rock’n’roll non sarebbe mai esistito, se non fosse stata inventata la chitarra elettrica. E nemmeno la acid house, se non ci fossero stati il Roland TB-303 e il Roland TR-909. E la stessa cosa si può dire del rap e del campionatore”, così ha concluso David Guetta.
Tuttavia, nella comunità artistica l’utilizzo delle nuove forme di intelligenza artificiale ha dato vita ad un acceso dibattito.
Come in ogni nuova scoperta, ci si ritrova ad aver a che fare con due fazioni: tra gli scettici, lo scorso gennaio il musicista Nick Cave ha criticato il testo di un brano scritto “in stile Nick Cave” da ChatGPT, sull'esperimento compiuto da un fan.
“Fa schifo. È la replica di una parodia. L’intelligenza artificiale, forse, col tempo potrebbe essere in grado di creare una canzone apparentemente indistinguibile da un’originale, ma sarà sempre una replica, una sorta di caricatura. Le canzoni nascono dalla sofferenza, nel senso che sono basate sul complesso travaglio interiore umano legato al processo creativo e gli algoritmi non lo provano. I dati non soffrono”, questa l'idea del cantautore australiano.
Favorevole è, invece, il settore dell’industria musicale che vede nell’intelligenza artificiale un "up" nei confronti della creatività, rappresentata anche da Lucian Grainge, il discografico numero uno della Universal Music Group: “A ogni momento di svolta, nella storia della musica o della tecnologia, qualcuno si è ritrovato pietrificato dallo stupore. È una condizione nella quale non mi sono mai trovato, perché non ho paura dei cambiamenti”.
Talvolta però, l’impiego di forme di intelligenza artificiale generative genera problemi non solo etici, ma anche economici. Infatti, per scrivere un testo “nello stile di Eminem”, i processi di machine learning prendono in analisi nel dettaglio tutte le opere create dal vero autore e coperte da diritto d’autore. In assenza di una regolamentazione normativa e del controllo di un’autorità sovranazionale però, si rischierebbe di arrivare quasi certamente ad una violazione del diritto d’autore.
@Alessandro Paolo Porrà