Lo scorso 24 giugno la Corte Suprema americana ha scelto di abolire la sentenza Roe v. Wade, che nel 1973 aveva reso legale l’aborto a livello federale. Il diritto all’aborto a livello costituzionale negli USA è stato dunque cancellato scatenando la mobilitazione di star di Hollywood, della cultura e dello sport che temono che il peggio debba ancora venire.
"L'ha detto Clarence Thomas: le fondamenta di 'Roe contro Wade' sono le stesse che proteggono i nostri diritti", ha commentato l'attrice di "Sex and the City", Cynthia Nixon, che è lesbica. Taylor Swift vive in Tennessee, uno dei 14 Stati che bandiranno l'aborto nei prossimi 30 giorni, ed è "terrorizzata".
Per Selena Gomez "vedere un diritto costituzionale fatto a pezzi è un orrore". "Inorridita" perché "in America le pistole hanno più diritti delle donne" è anche anche Kim Kardashian. Vicina in passato a Donald Trump sui temi della riforma penale, l'influencer ha preso le distanze da un verdetto che per l'ex presidente "è venuto da Dio".
Chi se l'aspettava era Margaret Atwood, l'autrice canadese del Racconto dell'Ancella: "La Corte sta rendendo Gilead una realtà", aveva scritto in marzo sull'Atlantic. La società teocratica totalitaria uscita dalla sua fantasia nel 1985 in cui le donne sono asservite come veicoli per la riproduzione è stata evocata anche da Martina Navratilova: "Benvenuti a Gilead!".
La Nba femminile, ma anche Le Bron James, Kyrie Irving e altri campioni. "E' stato un abuso di potere", ha detto Le Bron, mentre Kyrie ha implorato di aiutare a proteggere le donne "ad ogni costo".
Nel calcio femminile per Meghan Rapinoe "serve una protesta come il #MeToo". Lewis Hamilton, il sette volte campione di Formula Uno, oggi è "disgustato" per "l'attacco dei potenti contro i più vulnerabili: donne, gente di colore, membri della comunità Lgbtqia+".
@MorenoPisano