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24 Maggio 2022

"Palatoschisi": cos'è la malformazione congenita della figlia di Gianluca Vacchi

La piccola Blu Jerusalema, figlia di Gianluca Vacchi, è stata operata a soli tre mesi di vita. Oggi il papà racconta quando l'ha scoperto

La figlia di Gianluca Vacchi e Sharon Fonseca è nata con una malformazione congenita: la Palatoschisi, che tutti conoscono comunemente come "labbro leporino". Lo ha raccontato in un'intervista a "Domenica In" Vacchi, spiegando che per lui è stato un momento difficile: "Quando me l'hanno detto stavo per perdere i sensi", ha rivelato.

Blu Jerusalema, questo il nome della piccola che oggi ha 2 anni, ha quindi una delle più comuni anomalie congenite del volto, che oggi si può fortunatamente curare. “L’anomalia può presentarsi sotto varie forme e con diversi gradi di gravità. È una patologia complessa – spiegano gli specialisti dell'Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma – che può comportare alterazioni funzionali legate alla deglutizione, al linguaggio, all’udito. Le cause non sono note: ad oggi è considerata una malformazione multifattoriale, legata cioè a fattori genetici, ambientali, assunzione di alcol, droghe o farmaci durante la gravidanza”.

I casi in Italia sono tanti: solo 200 nuovi nell'ospedale della Capitale e attualmente sono seguiti in follow-up oltre 2mila bambini e ragazzi.

Si stima che 1 bambino ogni 600-700 nasca con questa anomalia in molti Paesi con minori risorse sanitarie rispetto alle nostre. Dall’età di 3 mesi è però possibile intervenire chirurgicamente e correggere la schisi. Gianluca Vacchi e Sharon Fonseca hanno deciso infatti di far sottoporre la figlia all’intervento esattamente al sesto mese di nascita.

 “Il nostro piccolo angelo Blu", aveva raccontato Vacchi in quell'occasione, "è stata operata per correggere la palatoschisi congenita. Sono stati giorni molto difficili, vedere una creatura innocente soffrire è un esperienza molto provante. Lei, con la sua dolcezza e la sua forza, ha attraversato questa tempesta con la calma e la forza di cui Dio l’ha dotata. Sono orgoglioso di essere suo padre e non laverò mai la maglia col suo sangue delle prime ore post operatorie nelle quali le mie braccia erano la sua unica certezza".

 

@Marzia Diana