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15 Settembre 2021

Pangea Onlus: “Aiutate le donne afghane e continuate a parlare della loro condizione”

Pangea Onlus continua a combattere in prima linea per le donne afghane, aiutarle è semplice

Ci sono donne che ancora oggi, nel 2021, non possono indossare ciò che vogliono. Non possono lavorare, devono rimanere a casa. Lottano per i loro diritti e libertà d’espressione. Succede in Afghanistan, dove le donne sono dovute tornare indietro nel passato, quando, anche allora, c’era il governo di talebani. Dal 1996 al 2001. Le donne, anche allora, non potevano lavorare fuori casa e neanche andare a scuola. Tantomeno lasciare la loro abitazione senza un accompagnatore, dovevano essere integralmente coperte. Allora succedeva ciò che si sta vivendo ora. Il Governo sosteneva che fosse una misura transitoria in attesa che la situazione si normalizzasse. Le stesse parole sono state ripetute pochi giorni fa dal nuovo governo talebano. 

E a lottare per loro, con l’obiettivo di superare tutti i disagi che rendono impossibile la quotidianità delle donne, c’è Pangea Onlus. I talebani non sono cambiati e non cambieranno mai”, spiega Silvia Redigolo, responsabile della comunicazione per la Onlus, in diretta a Radio Sintony con Mary all’interno della trasmissione “In Sintonya”, “oggi le donne si sentono osservate, seguite, continuano i rastrellamenti nelle case”. Il progetto di Pangea Onlus, interamente al femminile, nonostante la situazione va avanti. “Sono rimaste delle donne che negli anni si sono esposte meno, sono afghane, e continuano a gestire il nostro progetto, e per continuare a proteggere sia le beneficiarie che i bambini, bisogna lavorare in maniera cauta, senza attrarre troppo l’attenzione”, aggiunge Silvia Redigolo. Negli anni peró, l’emisfero femminile, grazie all’attività di Pangea, ha raggiunto un livello di emancipazione sociale ed economica tale da poter capire quali sono i diritti. Per questo è in corso sui social una campagna #DoNotTouchMyClothes, i vestiti della tradizione contro le imposizioni degli integralisti. Ma come si può contribuire per aiutare l’associazione e quindi le donne afghane? “È possibile visitare il nostro sito e si può donare sia con carta di credito che con bonifico. I progetti che riguardano le donne afghane al momento sono tantissimi perchè c’è una casa rifugio che è stata aperta proprio in questi giorni per accogliere le donne e i bambini che erano per le strade di Kabul perchè non sono riusciti a prendere l’aereo per l’Italia”, dice la Redigolo, “abbiamo anche un progetto per la scuola per i bambini e bambine sordi e continuerà anche quello accanto alle donne e ai bambini. Ognuno di noi può fare la propria parte, anche donando una piccola cifra, inoltre bisogna sempre parlarne”. 
 

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@Monica Magro