
La bufera mediatica che ha travolto Alfonso Signorini nelle ultime settimane si sposta ufficialmente nelle aule di tribunale. La Procura di Milano ha aperto un’indagine formale a carico del giornalista e conduttore televisivo, iscrivendo nel registro degli indagati ipotesi di reato pesantissime: violenza sessuale ed estorsione.
L'inchiesta, coordinata dalla pm Letizia Mannella (responsabile del dipartimento che tutela le fasce deboli), nasce dalla querela depositata il 24 dicembre da Antonio Medugno, modello ed ex concorrente del Grande Fratello Vip.
Tutto ha avuto inizio con le dichiarazioni di Fabrizio Corona che, nel suo format Falsissimo, ha denunciato l'esistenza di un presunto "sistema Signorini": un meccanismo di favori sessuali richiesti a giovani aspiranti concorrenti in cambio dell'ingresso nella casa più spiata d'Italia.

Se inizialmente Signorini aveva risposto querelando Corona per revenge porn (causando il sequestro di chat e video al fotografo), proprio quel materiale avrebbe spinto Medugno a uscire allo scoperto. Assistito dagli avvocati Cristina Morrone e Giuseppe Pipicella, l'ex gieffino ha chiesto ai magistrati di fare luce su episodi di coercizione. E non sarebbe il solo: anche Gianluca Costantino, altro ex volto del reality, sta valutando in queste ore un'azione legale analoga.
Il colosso di Cologno Monzese ha reagito con una nota ufficiale che segna una rottura, seppur cautelativa, con uno dei suoi volti di punta. Alfonso Signorini ha sospeso ogni impegno editoriale con l'azienda, rinunciando di fatto alla conduzione della prossima edizione del Grande Fratello, prevista per marzo.
«Mediaset agirà con determinazione per contrastare ricostruzioni diffamatorie, ma ribadisce che chi opera per l’azienda deve attenersi ai principi di correttezza e trasparenza definiti dal Codice Etico, applicato senza eccezioni», si legge nel comunicato.
Anche la casa di produzione Endemol Shine Italy ha avviato verifiche interne per chiarire le modalità di svolgimento dei provini delle ultime edizioni.
I nuovi legali di Signorini, Daniela Missaglia e Domenico Aiello, respingono ogni accusa, parlando di una «surreale e virulenta aggressione» orchestrata da un soggetto (chiaro il riferimento a Corona) che vorrebbe farsi «giudice e pubblico ministero».
Secondo la difesa, Signorini — professionista dalla carriera costruita con «scrupolo e abnegazione» — si sarebbe visto costretto al ritiro temporaneo solo per fronteggiare meglio le «condotte illecite» e il riverbero mediatico di quella che definiscono una pura campagna calunniosa. Le indagini della Procura di Milano sono solo all'inizio e i prossimi interrogatori saranno decisivi.
@Redazione Sintony News