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30 Dicembre 2025

La Befana in Sardegna: storia, tradizione e incanto

Canti, dolci e piccoli riti dell’Epifania raccontano il filo invisibile che unisce passato e presente nella cultura sarda

Nella tradizione sarda, il 6 gennaio i bambini bussano alle porte delle case intonando il tradizionale canto dei Tre Re, ricevendo in cambio dolcetti, frutta secca o piccole monete. Un rito semplice e gioioso che si rinnova di anno in anno.

Tra le stradine di Ittireddu, Ozieri, Bonnanaro e Alghero, l’eco delle voci infantili si mescola al profumo dei dolci tradizionali, testimoniando come, nonostante la modernità, alcune usanze continuino a intrecciarsi profondamente con la vita quotidiana.

La Befana, conosciuta nell’isola come Sa Femmina Eccia o Sa Baccucca Eccia, oggi assume le sembianze di una vecchina bonaria che vola sulla scopa e porta doni ai bambini buoni, in linea con l’immaginario diffuso nel resto d’Italia. Ma in passato la sua figura aveva un significato ben più oscuro e potente.

Originariamente, infatti, era Sa Filonzàna, la Parca che tagliava il filo dell’esistenza: simbolo della Morte e custode del destino. Durante i cortei di Carnevale, avanzava claudicante accanto a contadini e buoi, mostrando il filo arrotolato nel fuso, a ricordare che con un solo gesto avrebbe potuto interrompere la vita dell’anno appena trascorso.

L’Epifania sarda è anche profondamente legata a riti culinari e simbolici. Il dolce dei Tre Re, ad esempio, veniva preparato inserendo nell’impasto una fava, un cece e un fagiolo: chi trovava uno dei legumi nella propria fetta era destinato alla fortuna nel nuovo anno e doveva offrire il dolce a tutti. In molte case si friggevano le tzìppulas, frittelle calde distribuite generosamente a vicini e passanti.

Anche piccoli gesti quotidiani erano carichi di significato. Le arance incise, ad esempio, venivano mostrate dai bambini ai passanti per ricevere un dono o una moneta, trasformando la questua in un gioco intriso di magia e buon auspicio.

Queste usanze, fatte di canti, dolci e riti propiziatori, raccontano una Sardegna capace di fondere paganesimo e cristianesimo, dove la figura della Befana diventa un ponte tra epoche diverse. La memoria di Sa Filonzàna e degli antichi cortei sopravvive nei racconti, nelle feste e nelle tradizioni gastronomiche, ricordando come il filo del destino, pur invisibile, continui ancora oggi a tessere i legami tra le generazioni.

Letizia Demontis