La pressione di Washington ha infine sortito l'effetto sperato: TikTok non sarà più un'entità interamente controllata dalla cinese ByteDance sul suolo statunitense. L'accordo, confermato dall'amministratore delegato Shou Chew in una comunicazione interna, punta a placare definitivamente i timori sulla sicurezza nazionale che da anni minacciavano la sopravvivenza dell'app negli USA.

Il cuore della cordata americana, guidata da colossi come Oracle e società di investimento del calibro di Silver Lake e Andreessen Horowitz, avrà di fatto il controllo operativo e strategico sulle attività americane, garantendo l'allineamento con i protocolli di sicurezza richiesti dalla Casa Bianca.

Il percorso che ha portato alla firma di oggi è stato lungo e tortuoso, segnato da scontri legali e ordini esecutivi: nel 2020 Donald Trump emette il primo ordine esecutivo chiedendo a ByteDance di vendere per timori di spionaggio.

2024: l Congresso approva una legge che impone il bando dell'app in assenza di una cessione.

Gennaio 2025: la Corte Suprema conferma la validità della legge, rendendo il bando imminente.

Settembre 2025: viene raggiunto un accordo di principio tra Washington e Pechino.

22 Gennaio 2026: data prevista per il closing definitivo dell'operazione.

La soluzione trovata rappresenta un compromesso diplomatico complesso. Mentre il governo cinese ha dovuto accettare la perdita del controllo di maggioranza, gli investitori americani ottengono l'accesso alla gestione dei dati degli utenti statunitensi, che saranno ora ospitati e supervisionati da infrastrutture nazionali (principalmente fornite da Oracle).

Nonostante la cessione, ByteDance manterrà una quota di minoranza del 20%, permettendo una transizione tecnologica morbida dell'algoritmo, vero motore del successo globale di TikTok. L'accordo non solo salva l'app dal bando definitivo, ma stabilisce un precedente per come le piattaforme social estere dovranno operare in mercati strategicamente sensibili.

@Redazione Sintony News