
Una sentenza destinata a riaccendere il dibattito sui limiti della cronaca e sul ruolo dell'informazione è stata emessa dal Tribunale di Lecco. Le giornaliste del programma Le Iene, Nina Palmieri e Carlotta Bizzarri, sono state condannate in primo grado per diffamazione aggravata nei confronti dell’avvocata Elena Barra, amministratrice di sostegno del defunto professor Carlo Gilardi.
Il giudice Gianluca Piantadosi ha stabilito per le due autrici una multa di duemila euro ciascuna e un risarcimento complessivo di 100mila euro a favore della legale lecchese.
Il caso ruota attorno alla storia di Carlo Gilardi, il professore benefattore di Airuno (Lecco) scomparso due anni fa all'età di 93 anni. La vicenda divenne nota grazie ai servizi di Le Iene (trasmessi tra novembre 2020 e febbraio 2021), che sollevarono dubbi sull'operato dell'amministratrice di sostegno.
Secondo l'accusa della Procura, sostenuta dal pubblico ministero Chiara Stoppioni, le giornaliste avrebbero diffuso una narrazione tendenziosa e lesiva della reputazione dell'avvocata Barra. Nei servizi, Gilardi sarebbe stato rappresentato come un uomo facoltoso "rinchiuso" contro la sua volontà e privato della possibilità di tornare a casa, mentre i suoi beni erano stati affidati all'amministratrice di sostegno.
L'avvocata Barra, costituitasi parte civile e denunciando di aver ricevuto anche minacce personali, aveva richiesto un risarcimento non inferiore a 300mila euro.
La condanna riguarda specificamente uno dei due capi di imputazione per diffamazione contestati. Le giornaliste e l'ex badante di Gilardi, Brahim El Mazoury, sono stati invece assolti dall'altra accusa.

Immediata è stata la reazione di Nina Palmieri, che in un video davanti al tribunale ha annunciato il ricorso in Appello: "Purtroppo non abbiamo buone notizie per la vicenda di Carlo Gilardi, per aver combattuto per la sua dignità e la sua libertà... siamo stati condannati per diffamazione aggravata a mezzo stampa."
Palmieri ha ribadito la convinzione di aver agito correttamente: "Noi siamo convinti di aver fatto bene il nostro lavoro e non indietreggiamo di un passo," specificando che il processo, essendo stato registrato, sarà mostrato in un nuovo servizio televisivo in onda martedì 9.
La sentenza riapre il dibattito sui diritti di cronaca e sulla tutela della reputazione in contesti delicati che coinvolgono persone fragili e strumenti legali come l'amministrazione di sostegno.
@Redazione Sintony News