
La stagione delle infezioni respiratorie 2025 è iniziata con un’aggressività inattesa, registrando un forte anticipo e un numero di casi già elevatissimo. Secondo il sistema di sorveglianza RespiVirNet dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), dall'inizio dell'autunno 2,1 milioni di italiani sono stati messi a letto da virus respiratori, tra cui Rhinovirus e SarsCoV2.
L'allarme principale riguarda però i virus influenzali, che hanno anticipato la loro circolazione di 3-4 settimane rispetto agli anni precedenti, un fenomeno attribuito anche alla nuova variante A/H3N2 (subclade K).
I dati aggiornati dell'ultima settimana confermano la tendenza: l'11,2% dei campioni analizzati dai laboratori ISS era positivo a virus influenzali. Questo valore, solitamente raggiunto solo a metà dicembre, sottolinea la precocità e l'intensità della stagione in corso.
Come nelle precedenti stagioni, i bambini piccoli sono i più colpiti, con oltre 25 piccoli ogni 1.000 che hanno contratto infezioni respiratorie nell'ultima settimana monitorata.
Matteo Bassetti, direttore delle Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova, lancia un monito severo, prevedendo un impatto sociale significativo: "È un virus molto furbo, muta come il Covid, e le nuove varianti riescono a evadere sia l'immunità naturale sia quella indotta dai vaccini precedenti. Quest'anno rischiamo 18-20 milioni di casi: un italiano su tre."
Bassetti ha citato i dati provenienti dal Regno Unito, dove l'influenza è arrivata prima del previsto nonostante l'alta copertura vaccinale, sottolineando che "lo stesso sta accadendo un po' ovunque e ormai anche in Italia".
Sul fronte della prevenzione, tuttavia, il giudizio è negativo: "In questo Paese siamo andati indietro come i gamberi: non sappiamo fare prevenzione. Un italiano su cinque si vaccina, tra gli anziani solo uno su due, contro l'obiettivo Oms del 75%".

Anche i medici di famiglia della Società Italiana dei Medici di Medicina Generale e delle Cure Primarie (Simg), riuniti a Firenze, ribadiscono l'urgenza di agire.
Il presidente Alessandro Rossi ha spiegato che, sebbene non sempre le dinamiche si ripetano, i dati dall'emisfero sud – dove Australia e Nuova Zelanda hanno registrato una stagione intensa – "ci inducono a ribadire l'importanza della prevenzione".
Il trend in Italia è ormai chiaro e per questo i medici invitano i cittadini a vaccinarsi senza rimandare oltre. Tecla Mastronuzzi, responsabile Macroarea Prevenzione della Simg, ha ricordato: "Ogni punto percentuale in più di copertura vaccinale significa meno complicanze, meno ricoveri e meno pressione sugli ospedali. La vaccinazione è ancora la misura più efficace per ridurre gli esiti gravi."
I medici raccomandano inoltre la co-somministrazione con altre vaccinazioni disponibili contro Covid-19, Pneumococco, Virus Respiratorio Sinciziale (VRS) e Herpes Zoster.

Sul fronte della prevenzione dal Virus Respiratorio Sinciziale (VRS), si registrano risultati contrastanti. L'Osservatorio di Cittadinanzattiva mostra che la profilassi neonatale con l'anticorpo monoclonale supera l'80% di copertura, un dato incoraggiante.
Restano invece criticità nella copertura della vaccinazione delle donne in gravidanza e degli anziani. Valeria Fava, coordinatrice nazionale delle politiche per la salute di Cittadinanzattiva, ha concluso: "L'Italia ha tutti gli strumenti, ma manca ancora una visione programmatica unitaria. La prevenzione non è una spesa, ma un investimento strategico che produce un risparmio esponenziale per il Servizio Sanitario Nazionale."
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