Il governo israeliano ha fatto un passo indietro cruciale, annullando le sanzioni che avrebbero dovuto scattare oggi contro Gaza, inclusa la limitazione degli aiuti umanitari e la chiusura del vitale valico di Rafah con l'Egitto. Lo riporta l'emittente pubblica Kan.
Le misure restrittive erano state imposte in seguito all'iniziale mancata consegna, da parte di Hamas, di tutti i corpi degli ostaggi deceduti. La revoca è stata decisa dopo che l'organizzazione ha restituito martedì sera i resti di altri quattro ostaggi e ha annunciato che oggi ne restituirà altre quattro salme.
Tra i corpi restituiti martedì, due sono già stati identificati. Si tratta di Uriel Baruch, 35 anni, rapito durante l'attacco al festival musicale Supernova. E Tamir Nimrodi, 19 anni, un soldato preso in ostaggio dalla sua base vicino al valico di Erez.
Il rilascio dei corpi segna un delicato avanzamento negli accordi sulla tregua, anche se restano alte le tensioni legate alla smilitarizzazione della Striscia.
Nonostante la revoca delle sanzioni, la prospettiva di una pace duratura su Gaza resta legata al disarmo di Hamas, come ribadito da leader internazionali.
Il Premier israeliano Benjamin Netanyahu ha lanciato un avvertimento categorico in un'intervista a Cbs News: "Se Hamas non accetterà di disarmarsi, si scatenerà l'inferno". Netanyahu ha specificato le sue richieste per la smilitarizzazione: "In primo luogo, deve consegnare le armi. In secondo luogo, bisogna assicurarsi che non ci siano fabbriche di armi all'interno di Gaza. Non ci deve essere contrabbando di armi a Gaza. Questa è la smilitarizzazione".
Sulla stessa linea si è espresso il Presidente statunitense Donald Trump, che lunedì ha firmato l'accordo di pace a Sharm el Sheik. Pur ribadendo l'impegno a ricostruire la Striscia, e pur non mostrandosi convinto dell'istituzione dei due Stati, Trump ha avvertito Hamas: "Se Hamas non rinuncia alle armi, ci penseremo noi".
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