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8 Settembre 2025

Milano saluta Giorgio Armani: in 16mila alla camera ardente. Oggi i funerali privati a Rivalta

Dopo due giorni si è chiusa la camera ardente allestita all’Armani/Teatro di via Bergognone, dove circa 16mila persone hanno reso omaggio allo stilista: 6mila sabato e 10mila domenica

Milano ha dato il suo ultimo saluto a Giorgio Armani. Dopo due giorni si è chiusa la camera ardente allestita all’Armani/Teatro di via Bergognone, dove circa 16mila persone hanno reso omaggio allo stilista: 6mila sabato e 10mila domenica. Una fila continua di cittadini, personalità della moda, dello spettacolo, dello sport e della cultura ha attraversato lo spazio simbolo della maison.

Ora i riflettori si spostano a Rivalta, sulle pendici della Valtrebbia, dove lunedì 8 settembre si terranno i funerali in forma privata. Armani riposerà accanto ai genitori e al fratello nel piccolo cimitero del borgo piacentino, che per l’occasione sarà completamente blindato.

In tanti hanno voluto testimoniare l’impatto personale e professionale che Armani ha avuto sulle loro vite.

Isabella Ferrari, legata da trent’anni di collaborazione: «Se esiste una donna moderna è grazie alla sua visione. È una perdita enorme per l’Italia e per il mondo, ma ci ha lasciato un’eredità estetica indimenticabile».
Antonia Dell’Atte, la musa: «Mi sento orfana di un padre. Lui mi ha scoperta e protetta. Per me è immortale».
Stefano Accorsi, attore: «Quello che mi ha sempre colpito è la sua fedeltà a se stesso. Non è scontato in una vita che ti può allontanare da tutto. Era curioso, sincero, capace di dire ciò che pensava senza formalità».
Enzo Miccio, wedding planner: «Un genio dell’etica, non solo della moda. Ci ha riempito di bellezza a 360 gradi».


Dan Peterson, ex allenatore Olimpia Milano: «Quest’anno sarà doloroso non vederlo a bordo campo. È stato un uomo d’onore».
Margherita Buy, attrice: «Una volta gli feci un complimento per un orologio e lui me lo regalò. Era presente e affettuoso, costruiva rapporti veri».
Marco Tardelli, ex campione del mondo: «Era un uomo fantastico, generoso, rimasto sempre un vero italiano».
Francesco Rutelli, ex sindaco di Roma: «Per lui nulla era impossibile. Oggi migliaia di giovani gli rendono tributo per la sua creatività e il contributo unico all’Italia».
Fabio Fognini e Flavia Pennetta, tennisti: «Ci diceva che la moda passa ma l’eleganza resta. Con lui era sempre un’emozione: ci metteva a nostro agio con semplicità e umanità».

Armani non è stato soltanto il simbolo dell’eleganza italiana, ma anche un uomo capace di legare mondi diversi: moda, sport, cinema, musica. La folla silenziosa che ha attraversato l’Armani/Teatro testimonia un affetto che va oltre le passerelle.

Il suo stile, “sussurrato e mai urlato”, come lo ha definito Enzo Miccio, ha segnato cinquant’anni di storia del costume e continuerà a vivere come eredità culturale ed estetica.

Oggi, lontano dai riflettori, l’addio nella sua Rivalta.

 

@Redazione Sintony News