Un paradiso naturale trasformato in parcheggio per yacht di lusso. È la denuncia del Codacons, che ha presentato un esposto alle Procure competenti contro l’invasione di imbarcazioni nell’arcipelago di La Maddalena, spesso in aree sottoposte a divieto di navigazione.
Secondo l’associazione, la situazione è ormai fuori controllo: fondali devastati dagli ancoraggi, praterie di posidonia distrutte, spiagge prese d’assalto e flussi turistici senza regole. “Le immagini parlano chiaro – afferma il Codacons – siamo davanti a uno scempio ambientale tollerato dalle istituzioni”.
Nel mirino finiscono anche le sanzioni considerate irrisorie: appena 51 euro per chi viola i divieti, meno di una multa per divieto di sosta. “Un’inezia – ribadisce l’associazione – se confrontata con le leggi francesi, dove chi danneggia aree marine protette può arrivare a pagare fino a 100mila euro”.
Per il Codacons è “inaccettabile che uno dei patrimoni ambientali più fragili e preziosi d’Italia venga sacrificato agli interessi del turismo nautico e all’incapacità delle autorità di garantire controlli seri”. Da qui la richiesta alla magistratura di adottare misure drastiche: “solo il sequestro delle barche può fungere da vero deterrente”.
Ma non basta. L’associazione sollecita Governo e Parlamento ad allineare subito il regime sanzionatorio agli standard europei e a destinare i proventi delle multe e delle tasse ambientali a un rafforzamento della vigilanza sul territorio, con nuove assunzioni e maggiori risorse.
La polemica sull’arcipelago della Maddalena è ormai accesa, e la battaglia tra tutela ambientale e turismo di lusso rischia di diventare uno dei temi caldi dell’estate sarda.