Con un programma imponente e costellato di nomi internazionali e talenti italiani, la 81ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (27 agosto – 6 settembre) si preannuncia come una delle edizioni più ricche e attese degli ultimi anni. Lo ha confermato oggi il direttore artistico Alberto Barbera, presentando il cartellone ufficiale e ringraziando il neopresidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco per il sostegno e “la libertà” ricevuti in questi anni.
Ad aprire la kermesse, in concorso, sarà “La grazia” di Paolo Sorrentino, con Toni Servillo, primo dei cinque film italiani in gara per il Leone d’Oro. Ad arricchire il red carpet anche Julia Roberts, alla sua prima volta alla Mostra per il film di Luca Guadagnino After the Hunt (fuori concorso), un thriller ambientato in un’università americana. In arrivo anche Al Pacino, Cate Blanchett, George Clooney, Jude Law, Emma Stone, Dwayne “The Rock” Johnson e Emily Blunt.
Tra i 21 film in concorso, spiccano:
Frankenstein di Guillermo Del Toro, frutto di dieci anni di lavoro per Netflix;
Il ritorno di Kathryn Bigelow con un’opera sull’ossessione nucleare;
Il mago del Cremlino di Olivier Assayas con Jude Law nei panni di Vladimir Putin;
Bugonia di Yorgos Lanthimos con Emma Stone e Jesse Plemons, remake coreano dalle tinte misteriose;
The Testament of Ann Lee di Mona Fastvold, musical sulla fondatrice di una setta religiosa;
The Voice of Hind Rajab della tunisina Kaouther Ben Hania, che ricostruisce l’ultima telefonata di una bambina intrappolata a Gaza.
Tra gli italiani in gara, oltre a Sorrentino:
Elisa - Io la volevo uccidere di Leonardo Di Costanzo;
Sotto le nuvole di Gianfranco Rosi, documentario in b/n su Napoli;
Duse di Pietro Marcello, con Valeria Bruni Tedeschi;
Un film fatto per Bene di Franco Maresco, dedicato a Carmelo Bene.
Confermata anche la centralità della serialità: saranno quattro le serie presentate, tra cui:
Portobello di Marco Bellocchio, sulla parabola di Enzo Tortora (verranno proiettati i primi due episodi);
Un prophète di Enrico Maria Artale, tratto dall’omonimo film di Audiard;
Etty di Hagai Levi, dai diari della scrittrice ebrea Etty Hillesum;
Il mostro di Stefano Sollima, sui primi casi del mostro di Firenze, prima dell’ingresso in scena di Pietro Pacciani. “La serialità non è più secondaria”, ha dichiarato Barbera. “Anzi, diventa uno dei volani più interessanti per il racconto d’autore contemporaneo".
Fuori concorso, il film di chiusura sarà il distopico “Chien 51”, con Louis Garrel e Valeria Bruni Tedeschi. Tra gli eventi speciali, l’omaggio al regista Antonio Capuano con L’isola di Andrea, e “Il maestro” di Andrea Di Stefano, con Pierfrancesco Favino maestro di tennis alle prese con un giovane allievo senza talento.
Nella sezione Orizzonti (19 titoli), tra i più attesi:
Mother di Teona Strugar Mitevska con Noomi Rapace nel ruolo di una controversa Madre Teresa di Calcutta;
Divine Comedy di Ali Asgari, satira sugli artisti iraniani;
Il rapimento di Arabella di Carolina Cavalli con Benedetta Porcaroli;
Un anno di scuola di Laura Samani, adattamento di Stuparich nella Trieste del 1919 (trasposta al 2007);
Milk Teeth di Mihai Mincan, dramma sulla Romania del regime;
Barrio triste, debutto del fotografo Stillz, noto per i video di Bad Bunny.
Nella sezione Venezia Spotlight, con premio del pubblico, si segnalano:
Hijra, road movie saudita al femminile;
Ammazzare stanca di Daniele Vicari, storia vera di un figlio di boss calabrese che sceglie di ribellarsi alla ‘ndrangheta.
Il direttore Barbera si è visibilmente commosso parlando di “The Voice of Hind Rajab”, augurandosi che il film “susciti emozione e non polemica”, ricordando che la pellicola alterna fiction e vere telefonate della bambina alla madre, allo zio e ai soccorritori prima di morire.
Tra i grandi temi dell’edizione 2025: la guerra, la famiglia, l’identità, le derive del potere e il racconto del femminile, ma anche una riflessione profonda sul linguaggio del cinema e sulla serialità contemporanea.
@Redazione Sintony News