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22 Luglio 2025

Zlatan Ibrahimović cancella il suo tatuaggio più iconico: “Solo Dio può giudicarmi”

La notizia è arrivata direttamente da lui, tramite un post su Instagram, non una storia passeggera ma un contenuto permanente, come a sottolinearne il significato definitivo

Zlatan Ibrahimović cambia pelle. Letteralmente. A 43 anni, l’ex fuoriclasse svedese ha deciso di rimuovere il tatuaggio più celebre e simbolico del suo corpo: quella scritta sul fianco sinistro che per anni ha raccontato il suo modo di essere al mondo, senza mediazioni e senza filtri – “Only God Can Judge Me”, “Solo Dio può giudicarmi”.

Una frase che è stata quasi un manifesto, un grido d’identità, un sigillo di orgoglio e onnipotenza tatuato sulla pelle e nella memoria collettiva. Oggi, quel segno si dissolve. E con esso, forse, una parte dello Zlatan che tutti hanno imparato a conoscere e temere.

La notizia è arrivata direttamente da lui, tramite un post su Instagram, non una storia passeggera ma un contenuto permanente, come a sottolinearne il significato definitivo. Niente parole, solo immagini: quelle di Ibrahimović in camice, seduto sul lettino, mentre affronta con smorfie di dolore le sedute laser per la rimozione. In mano, una pallina antistress. Sul viso, la resistenza di chi ha scelto di lasciar andare qualcosa di importante.

Nessuna spiegazione ufficiale, ma il gesto parla da sé: è un passaggio, quasi una rinascita.

Chi conosce il linguaggio del corpo e della comunicazione pubblica non ha potuto non cogliere il valore simbolico del gesto. “Solo Dio può giudicarmi” era la frase-totem di un uomo che ha fatto del carisma, dell’ego, dell’autodeterminazione un marchio. Rimuoverla potrebbe significare accettare che quel tempo è finito, che oggi anche Ibrahimović può (e vuole) essere giudicato dagli altri.

Ibrahimovic e il tatuaggio in mostra a Miami: la frase è pazzesca

 

C’è chi legge nella scelta una conseguenza dell’ultima stagione complicata al Milan, tra infortuni, panchina, critiche inedite e l’inizio del nuovo ruolo da consulente e partner operativo di RedBird. Il calcio giocato è alle spalle, ma anche lo Zlatan "immortale" sembra lasciare il passo a un uomo più riflessivo.

Il corpo di Ibrahimović è da sempre un libro aperto: il leone sulla schiena, i nomi dei figli Maximilian e Vincent, quello del padre Šefik sull’avambraccio, i simboli tribali, l’uomo vitruviano, il dragone rosso, l’asso di cuori. Un mosaico di identità, radici e scelte, raccontato in inchiostro.

 

 

 

@Redazione Sintony News