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21 Luglio 2025

Scuola aperta anche a luglio: il piano che potrebbe cambiare l'estate degli alunni

In Alto Adige prende forma un progetto che potrebbe cambiare radicalmente il calendario scolastico

Le scuole elementari aperte anche a luglio: in Alto Adige prende forma un progetto che potrebbe cambiare radicalmente il calendario scolastico. L’iniziativa, ancora in fase di valutazione, è stata proposta dall’assessora provinciale all’Istruzione Francesca Gerosa e si ispira all’esperienza – giudicata positiva – della scuola dell’infanzia estiva, attiva da anni sul territorio.

Al momento non c’è alcuna decisione ufficiale, ma la proposta ha già acceso il dibattito. In gioco ci sono questioni educative, organizzative ed economiche, oltre al delicato equilibrio tra autonomia scolastica e compatibilità con le linee guida nazionali.

L’Alto Adige, forte della propria autonomia speciale, può sperimentare calendari scolastici differenti rispetto al resto d’Italia.

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Lo consentono l’articolo 74 del Testo Unico dell’Istruzione e il DPR 275/1999, che riconoscono la possibilità di modulare l’anno scolastico, a condizione di garantire i 200 giorni minimi di lezione.

In questo contesto, l’apertura delle elementari nel mese di luglio viene vista come una risposta concreta alle esigenze delle famiglie, spesso in difficoltà a conciliare i tempi di lavoro con quelli scolastici durante la lunga pausa estiva.

Secondo le prime indiscrezioni, il modello non prevederebbe una semplice prosecuzione dell’attività scolastica tradizionale, ma una formula più leggera e flessibile, con laboratori, attività ludico-educative e momenti di socialità. Un’estensione del tempo scuola che punta a contrastare il “vuoto didattico” estivo, agevolando un rientro più graduale a settembre.

 

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Il progetto, insomma, non vorrebbe essere un “doposcuola estivo” ma un servizio educativo a tutti gli effetti, capace di sostenere i ritmi delle famiglie e mantenere attivo il legame tra bambini e scuola.

Tuttavia, la strada è tutt’altro che in discesa. I costi dell’operazione rappresentano il primo grande ostacolo: più giorni di apertura significano più personale, pulizie, mensa, utenze, con un impatto significativo sui bilanci della Provincia.

Non meno delicato è il tema della disponibilità degli insegnanti: i sindacati hanno già espresso perplessità, ricordando che i mesi estivi servono per il recupero psico-fisico del personale e per la formazione continua. C’è poi il rischio – già emerso nel dibattito – che l’estensione venga percepita come un “parcheggio” per bambini, sminuendo il valore pedagogico della proposta.

Infine, non va dimenticato il confronto con il calendario nazionale, che richiede coerenza con le indicazioni ministeriali e pone limiti anche agli enti più autonomi.

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La scuola dell’infanzia estiva in Alto Adige ha rappresentato in passato un esempio virtuoso di integrazione tra educazione e servizi alla famiglia. Ora si tratta di capire se questo modello sia replicabile anche per la scuola primaria, dove la didattica è più strutturata e i bisogni educativi diversi.

Nei prossimi mesi saranno avviati incontri con dirigenti scolastici, insegnanti e famiglie. Solo in seguito la Giunta provinciale deciderà se dare il via al progetto, stanziando risorse adeguate e definendo una cornice normativa stabile.

L’idea di estendere il calendario scolastico a luglio intercetta una discussione più ampia sul futuro della scuola italiana. Se il modello dovesse funzionare, potrebbe diventare un punto di riferimento per altre regioni, interessate a sperimentare soluzioni più flessibili per l’anno scolastico.

Per ora, però, si tratta solo di un progetto in fase embrionale, che dovrà affrontare resistenze, vincoli e criticità prima di poter diventare realtà. Ma in un Paese dove l’equilibrio tra scuola, famiglia e lavoro è sempre più fragile, ogni idea che provi a costruire un ponte tra queste esigenze merita attenzione.

 

 

@Redazione Sintony News