"Non tutto ha un prezzo: il marketing tra etica, mito e integrità" è il titolo della tesi di laurea con cui Virginia Alma Riva, nipote di Gigi Riva, ha concluso giovedì 10 luglio il suo percorso di studi in Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi di Cagliari. Un omaggio profondo e sentito a quello che per la Sardegna non è stato solo un campione, ma un simbolo di identità e coerenza: Rombo di Tuono.
La giovane laureanda – figlia di Nicola, primogenito del leggendario numero 11 del Cagliari – ha discusso il suo elaborato in un’aula carica di emozione. Durante la presentazione ha proiettato un video in cui il nonno parlava del suo legame con la Sardegna, la terra che aveva scelto come casa, rifiutando le offerte milionarie delle grandi squadre del nord per restare nell’isola che lo aveva accolto e amato come un figlio.
«Un elaborato maturo, lucido, capace di restituire al marketing la sua funzione più nobile: quella culturale e valoriale, in grado di connettere identità, responsabilità e narrazione etica», ha commentato il professor Giuseppe Melis, relatore della tesi, che sui social ha raccontato con orgoglio e commozione l’esperienza.
La tesi di Virginia Riva si è focalizzata su una lettura non convenzionale del marketing, inteso non solo come strumento economico, ma come linguaggio simbolico e dispositivo culturale. Un punto di vista originale, che ha trovato nella figura di Gigi Riva un perfetto caso di studio: un uomo che, pur avendo il mondo del calcio ai suoi piedi, scelse la fedeltà, la coerenza e l'integrità come principi guida della sua carriera.
Particolare attenzione è stata data anche alla Scuola Calcio Gigi Riva, fondata per trasmettere ai più giovani non solo tecnica calcistica ma anche valori autentici, come il rispetto, l’impegno e il senso di appartenenza. Una dimensione educativa che prosegue l’eredità morale dell’uomo, oltre che dell’atleta.
«Anche io, lo confesso, ho faticato a trattenere la commozione», ha ammesso il professor Melis, ricordando il momento della proiezione del video. «Virginia è stata bravissima, come tutti gli altri, ma in quel momento la componente emozionale è diventata palpabile per tutti. Per me è stata anche l'occasione per sdebitarmi con il nonno, per le gioie che mi ha dato da calciatore, certo, ma soprattutto per l'esempio che è stato come uomo».
E proprio su questo punto si chiude la riflessione: «Un esempio che non toglie nulla a Virginia, né alla sua bella famiglia, ma che anzi si rinnova e si trasmette. Come accade con i valori autentici: non si impongono, ma si incarnano. In un tempo in cui si è tentati di pensare che tutto abbia un prezzo, questa giornata ha ricordato a tutti noi che qualcosa resiste. E che vale la pena custodirlo».
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