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18 Giugno 2025

Omicidio Poggi: al via il maxi incidente probatorio, mancano reperti chiave

Non è stato trovato l'intonaco grattato dalla parete delle scale vicino al corpo della ragazza. Su quell'intonaco era stata isolata l'impronta 33, ora attribuita ad Andrea Sempio, amico della vittima e al centro della nuova indagine

Si è aperto con un lavoro meticoloso di verifica e non senza tensioni il maxi incidente probatorio nell'ambito della nuova inchiesta per l'omicidio di Chiara Poggi. Il gip di Pavia Daniela Garlaschelli ha dato il via all'analisi dei reperti raccolti 18 anni fa, con l'obiettivo di esaminarli con le moderne tecniche di ultima generazione. Il confronto tra i consulenti delle parti e i periti nominati dal gip si preannuncia lungo e proseguirà anche giovedì.

La prima giornata ha già rivelato un'assenza significativa tra i reperti: non è stato trovato l'intonaco grattato dalla parete delle scale vicino al corpo della ragazza. Su quell'intonaco era stata isolata l'impronta 33, ora attribuita ad Andrea Sempio, amico della vittima e al centro della nuova indagine. L'assenza di questo reperto rende impossibile accertare se l'impronta fosse insanguinata, un dettaglio potenzialmente cruciale per l'inchiesta.

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Sulle altre impronte analizzate finora, invece, non è stato rilevato sangue. Su trenta fasce raccolte, diciotto sono state esaminate, inclusa la numero 10, quella sulla porta d'ingresso della villa che, secondo gli inquirenti, apparterrebbe all'assassino e su cui verranno effettuate nuove analisi. Su queste diciotto impronte sono stati eseguiti 24 campionamenti di DNA senza riscontrare tracce ematiche.

Un ulteriore elemento emerso è che le impronte raccolte sulla scena del crimine non sono conservate su fascette para adesive, ma su fogli di acetato, un materiale che ne riduce la capacità di conservazione. Il consulente della famiglia di Chiara Poggi, Dario Radaelli, ha espresso forti dubbi sulla loro utilizzabilità, mentre l'avvocata Giada Bocellari, che difende Alberto Stasi (condannato in via definitiva a 16 anni per il delitto), ha dichiarato che "sembra che i reperti siano stati conservati come dovevano".

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L'avvocata Angela Taccia, legale di Andrea Sempio, non era presente all'apertura dei plichi, affidandosi al consulente, il generale Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma. Garofano si è mostrato netto all'ingresso della Questura di Milano, dove si è svolto l'incidente probatorio: "Credo nell'innocenza di Andrea Sempio fino a prova contraria e non mi aspetto risultati eclatanti. Io credo nella sentenza definitiva", riferendosi alla condanna di Stasi.

Queste prime battute dell'incidente probatorio rappresentano solo l'inizio di un processo che dovrà "cristallizzare" la prova per un eventuale dibattimento. Gli esperti genetisti e dattiloscopici saranno chiamati a confrontarsi sull'utilizzabilità, con le nuove tecniche forensi, dei due profili genetici estrapolati dai margini ungueali di Chiara già durante il processo d'appello bis nei confronti di Stasi. Questo permetterà una comparazione attendibile con il DNA di Sempio, emerso dalle nuove indagini, e con quelli di Stasi e di tutte le persone che hanno frequentato la villetta di Garlasco.

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Successivamente, si procederà con l'estrazione del DNA dalle impronte e dal materiale allora repertato dal Ris di Parma o scartato. Sarà presa in considerazione anche la spazzatura, inclusi il barattolino di Fruttolo e le confezioni di cereali e cucchiaini per la colazione sequestrati all'indomani dell'omicidio, che Chiara non finì la mattina del delitto. L'inchiesta prosegue, cercando di far luce su ogni dettaglio di un caso che continua a dividere e a tenere col fiato sospeso.

 

 

@Redazione Sintony News