Si avvicina una data cruciale per oltre un milione di automobilisti del Nord Italia: il 1° ottobre 2025. A partire da quel giorno, e fino al 15 aprile 2026, il decreto numero 121 del 2023 imporrà lo stop alla circolazione delle auto diesel Euro 5 nei Comuni con più di 30mila abitanti di Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna. Un provvedimento stringente, dettato dalla necessità di contrastare l'inquinamento atmosferico e di rispondere alle procedure d'infrazione europee contro l'Italia.
Le auto Euro 5, immatricolate tra il 2011 e il 2015, rappresentano una fetta significativa del parco auto italiano, la cui età media è di ben 13 anni. Secondo i dati ACI, quasi un veicolo su quattro (il 24% del totale) è Euro 0-3, con almeno 19 anni di età.
Un'analisi di AutoScout24, basata sui dati ACI, rivela che ben il 44,5% delle vetture circolanti in Italia (18,4 milioni) sono Euro 4 o inferiori, di cui oltre 4,28 milioni addirittura Euro 0-1 (10,3%). Per verificare la classe ambientale del proprio veicolo è sufficiente consultare il libretto di circolazione alla voce V.9.
Tuttavia, la misura potrebbe non entrare in vigore come previsto. Il Governo sta infatti preparando un emendamento al decreto infrastrutture con l'obiettivo di annullare il blocco. Il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, ha espresso una posizione decisa in merito: «Siamo al lavoro per annullare il blocco delle auto con motore Euro 5 diesel.
È una delle follie della Commissione von der Leyen, che ha approvato quella fesseria economico-industriale che si chiama Green Deal». Salvini ha poi aggiunto: «I cittadini il prossimo anno non potranno più usare milioni di veicoli, questi sono i problemi veri. Il consumatore non vuole l'elettrico al momento, a decidere deve essere il mercato».
Nel frattempo, le Regioni interessate dai divieti offrono una soluzione alternativa per gli automobilisti che non possono cambiare auto: l'installazione del dispositivo Move-In. Si tratta di una deroga chilometrica che consente ai proprietari di veicoli meno recenti di circolare senza blocchi orari o giornalieri, a patto di rispettare un certo numero di chilometri annuali prestabiliti.
Il funzionamento prevede l'installazione di un GPS sul veicolo che monitora gli spostamenti; al superamento del limite consentito, l'auto non potrà più circolare nelle aree soggette a limitazioni fino alla scadenza del divieto.
La situazione rimane in evoluzione, con il confronto tra le esigenze ambientali e le istanze economiche e sociali che si fa sempre più acceso in vista della data limite del 1° ottobre 2025.
@Redazione Sintony News