News

Attualità
9 Giugno 2025

Elon Musk rompe con Trump e lancia "The America Party"

Dopo lo scontro frontale con il presidente, il patron di Tesla rilancia: «Il popolo ha parlato». Ma è solo una provocazione o una nuova sfida politica?

Elon Musk è pronto a fondare un partito politico. Il nome sarebbe già scelto: The America Party, il “Partito America”. E, a giudicare dai numeri, il terreno sarebbe fertile. Almeno secondo un sondaggio lanciato dallo stesso Musk su X (ex Twitter), nel quale ha chiesto ai suoi 180 milioni di follower se fosse arrivato il momento di creare un nuovo soggetto politico «che rappresenti realmente l’80% della popolazione di mezzo». In meno di 24 ore hanno risposto circa 6 milioni di utenti, con un esito netto: l’80,4% ha detto sì.

Elon Musk, biografia e curiosità dell'imprenditore di Tesla e X

La mossa arriva a poche ore dalla rottura definitiva con Donald Trump, con il quale i rapporti si sono deteriorati dopo le critiche del patron di Tesla alla legge di bilancio dell’amministrazione. Il presidente americano ha risposto minacciando di tagliare i contratti governativi con le aziende di Musk e insinuando dubbi sul suo ruolo in dossier delicati, come i cosiddetti Epstein files. Un’accusa che Musk ha definito «infamante», alimentando ulteriormente lo scontro.

Al momento non è chiaro se quella di Musk sia una vera intenzione politica o una strategica provocazione. Ma l’annuncio ha già scatenato un terremoto a Washington e nella Silicon Valley, dove crescono le preoccupazioni tra i funzionari legati all’universo Musk. Il Financial Times scrive che la decisione di Trump di silurare Jared Isaacman – imprenditore vicino a Musk e fino a ieri alla guida della NASA – potrebbe rappresentare l’inizio di un’epurazione nei confronti dei tecnici e consulenti del tycoon sudafricano.

Elon Musk e il legame con Venezia: 5 cose che può imparare da lei

Nel mirino ci sarebbero anche David Sacks, imprenditore e finanziatore politico, Sriram Krishnan, consigliere strategico, e Michael Grimes, ex banchiere e oggi in forza al Dipartimento del Commercio. Tutti considerati nomi scomodi per l’attuale inquilino della Casa Bianca.

Pressato dai giornalisti, Trump ha minimizzato lo scontro, augurando “il meglio” a Musk ma avvertendo che «verrà riesaminato ogni sussidio e contratto. Dobbiamo fare ciò che è giusto per il Paese». Per ora, però, non sono arrivate decisioni concrete, e la macchina federale resta in attesa.

Quanto alla carriera di Musk nel Doge (Dipartimento dell’Efficienza Governativa), appare ormai tramontata. Ma lo stesso Trump ha assicurato che «molte delle persone assunte da Musk resteranno» e ha rivendicato i risparmi ottenuti grazie al suo mandato.

 

 

 

@Redazione Sintony News