La compagnia aerea Aeroitalia dovrà cambiare nome, logo e marchio entro sei mesi. Lo ha stabilito il Collegio d'Appello del Tribunale di Roma, accogliendo il ricorso presentato da Ita Airways, che ha vinto la disputa legale sulla somiglianza tra i marchi delle due aziende e la storica Alitalia, di cui Ita è proprietaria del brand.
Una sconfitta pesante per Aeroitalia, che ora valuta il ricorso in Cassazione e si prepara comunque a un inevitabile rebranding. La compagnia, che attualmente collega Cagliari con Fiumicino e Milano Linate, dovrà dunque rinunciare a un nome che – secondo i giudici – evoca troppo da vicino quello dell’ex compagnia di bandiera.
La causa tra le due compagnie era iniziata a ottobre 2023, quando la Società italiana brevetti, incaricata da Ita Airways, aveva contestato l’uso del marchio Aeroitalia, giudicato troppo simile a Alitalia e in grado di trarre un “ingiustificato vantaggio” dalla sua reputazione. In prima battuta, a febbraio 2023, il Tribunale di Roma aveva dato ragione a Aeroitalia, respingendo la richiesta cautelare di Ita e stabilendo che non ci fosse “confondibilità” tra i due nomi.
Ma due giorni fa è arrivato il colpo di scena: la Corte d’Appello ha ribaltato la decisione, imponendo ad Aeroitalia l’obbligo di cambiare denominazione. Ita, nel frattempo, aveva anche chiesto un risarcimento economico, ma su questo fronte non ci sono ancora decisioni definitive.
Amaro il commento dell’amministratore delegato di Aeroitalia, Gaetano Intrieri, che ha comunicato internamente la notizia parlando di «un colpo molto brutto per la nostra azienda, perché quel marchio è diventato oggi importante grazie al lavoro di tutti noi». E ha aggiunto con tono critico: «Sono certo che supereremo anche questa, in questo strano Paese dove la meritocrazia non è premiante».
In un comunicato diffuso in serata, Intrieri ha ribadito che Aeroitalia considera «infondata e strumentale» l’azione legale promossa da Ita, ma ha anche provato a rilanciare: «Riflettiamo sulla possibilità di trasformare questa situazione in un’opportunità: un rebranding di portata internazionale che rispecchi l’evoluzione in atto e la visione di crescita della compagnia».
Al centro del caso c’è anche la strategia di Ita, che nel 2021 aveva acquistato il marchio Alitalia per 90 milioni di euro, formalizzando l’operazione con i commissari dell’amministrazione straordinaria e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Una mossa pensata per preservare l’identità storica del trasporto aereo italiano e impedire l’uso improprio del brand da parte di altri operatori.
Ora Aeroitalia ha sei mesi di tempo per adeguarsi alla sentenza. Parallelamente, i legali della compagnia stanno valutando un eventuale ricorso in Cassazione, ma il conto alla rovescia per il cambio di nome è già iniziato.
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