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5 Giugno 2025

Sardegna, tra luci e ombre: la fotografia dell’economia regionale nel 32° Rapporto 2025

Demografia in calo, economia in lieve crescita, turismo in espansione: la Sardegna si confronta con le sue fragilità strutturali e cerca spiragli di rilancio

Il 32° Rapporto sull’Economia della Sardegna traccia un quadro complesso dell’Isola, sospesa tra segnali di ripresa economica e criticità strutturali sempre più evidenti. A emergere con forza è una dinamica demografica allarmante: con soli 7.037 nati nel 2024 e un tasso di natalità di 4,5 ogni mille abitanti – il più basso d’Italia e d’Europa – la Sardegna affronta una decrescita inarrestabile. A ciò si aggiunge un progressivo invecchiamento: l’età media ha raggiunto i 49,2 anni, e per ogni 100 giovani sotto i 15 anni ci sono 281 ultrasessantacinquenni, un rapporto che mette a dura prova il sistema sociale ed economico regionale.

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Nonostante questo, alcuni indicatori economici mostrano un moderato miglioramento. Il PIL pro capite cresce dell’1,1%, raggiungendo i 21.821 euro, ma resta lontano dai livelli del Nord Italia. La Sardegna si conferma nel gruppo delle “regioni meno sviluppate” dell’Unione Europea, con un PIL pari al 72% della media UE.

Sul fronte produttivo, le imprese attive scendono a 142.673, segnando un calo per la prima volta anche nella densità imprenditoriale. Tuttavia, l’Isola continua a distinguersi per la prevalenza di microimprese (oltre il 96% del totale), attive soprattutto in agricoltura e turismo. Le esportazioni mostrano una maggiore diversificazione: mentre calano i prodotti petroliferi (-4%), crescono i settori chimico (+42%), metalmeccanico (+60%) e lattiero-caseario (+1%).

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Sul versante del lavoro, il 2024 registra segnali incoraggianti: aumentano le forze di lavoro (+0,6%) e gli occupati (+14mila), soprattutto tra le donne, e la disoccupazione scende all’8,3%, sotto la soglia psicologica del 10%. In netta crescita l’occupazione nei settori di commercio, turismo e costruzioni, mentre calano i contratti a termine e il part-time, in favore di forme più stabili e di lavoro indipendente, soprattutto tra gli uomini.

In ambito sanitario, la spesa pubblica ha toccato i 3,8 miliardi di euro nel 2023, con un aumento del 2,5%. La Sardegna raggiunge per la prima volta la soglia minima dei Livelli Essenziali di Assistenza in tutte le macroaree. Tuttavia, resta maglia nera per la rinuncia alle cure (13,7% della popolazione), un dato aggravato dai lunghi tempi di attesa, soprattutto per interventi oncologici e cardiovascolari, e dagli ostacoli economici.

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Il PNRR ha stanziato 440,9 milioni di euro per la sanità regionale, ma se le Centrali Operative Territoriali (CoT) risultano operative, Case e Ospedali di Comunità sono in forte ritardo, bloccati da lentezze burocratiche.

Un capitolo positivo arriva dall’ambiente: la raccolta differenziata raggiunge il 76,3%, con Oristano in testa (81,3%). Tuttavia, i costi di smaltimento restano elevati a causa di una logistica complessa e di un sistema ancora inefficiente.

Il trasporto pubblico continua a deludere: solo il 12,6% dei pendolari lo utilizza, complici difficoltà logistiche e una bassa soddisfazione dell’utenza. Meno del 60% della popolazione può raggiungere un pronto soccorso in meno di 15 minuti.

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Infine, una delle poche certezze economiche della Sardegna si conferma il turismo: nel 2024 si registra un +11% negli arrivi e un +10% nelle presenze, grazie soprattutto alla crescita della domanda straniera (+17%). I dati superano i livelli pre-pandemia, con un ritorno massiccio di turisti da Polonia, USA e Regno Unito, e una progressiva destagionalizzazione delle presenze.

 

 

@Redazione Sintony News