Contro ogni previsione, Genova cambia colore politico e lo fa con un segnale forte: Silvia Salis, candidata del centrosinistra unito, vince al primo turno e restituisce al campo progressista la guida della città ligure, che negli ultimi anni era stata saldamente nelle mani del centrodestra. Una vittoria netta, con la Salis che supera il 50% dei consensi, staccando di diversi punti il principale sfidante Pietro Piciocchi, candidato del centrodestra, fermo al 43%.
Ma la vittoria della Salis – ex atleta, già vicepresidente vicaria del CONI, e ora prima cittadina di una delle principali città italiane – è anche una storia personale e simbolica. Il padre, scomparso lo scorso febbraio, era originario di Sorso, nel nord della Sardegna: un legame con l’isola che la neo-sindaca non ha mai nascosto e che oggi risuona con particolare forza, conferendo a questa affermazione un ulteriore valore identitario.
Genova era considerata una delle piazze più difficili per il centrosinistra: era l’unico capoluogo tra i quattro al voto ad essere governato dal centrodestra e, al contempo, l’unico in cui entrambe le coalizioni principali si sono presentate unite. Per questo motivo, l’esito ha assunto immediatamente un valore politico nazionale. A confermarlo è stata la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein: «Due straordinarie vittorie al primo turno a Genova e a Ravenna. Il PD cresce di otto punti rispetto alle ultime elezioni ed è primo partito. Uniti si vince».
Oltre a Genova, il centrosinistra si conferma a Ravenna con Alessandro Barattoni, che ha superato il 58% dei voti. Meno netta ma comunque solida la situazione in altri due capoluoghi al voto, Matera e Taranto, dove i candidati progressisti sono in vantaggio e si giocheranno la partita decisiva al ballottaggio.
Se il centrosinistra festeggia, il centrodestra non si dà per vinto. Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, ha provato a raffreddare l’entusiasmo avversario: «È improbabile tentare una lettura nazionale. Il centrodestra cresce e continua a prevalere in molte realtà».
Intanto, il Movimento 5 Stelle, che ha corso da solo in diverse città, ha rivendicato il successo civico della Salis. «La sua vittoria – ha detto Giuseppe Conte – è la dimostrazione che i progetti nati dal basso, inclusivi della società civile, convincono i cittadini».
Tra chi osserva con interesse c’è anche Carlo Calenda, leader di Azione, che ha commentato: «Quando si presentano candidati riformisti, concreti e competenti, il consenso arriva». Più diretto Matteo Renzi, che ha colto l’occasione per mandare una frecciata a Conte: «Quando il centrosinistra non mette veti, succede che vince».
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