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16 Maggio 2025

Omicidio di Chiara Poggi, nuova indagine scuote il caso: "Mi sa che abbiamo incastrato Stasi"

Tra le carte della nuova indagine condotta dalla Procura di Pavia, è emerso un messaggio che potrebbe dare un’altra lettura alla vicenda

A quasi 17 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nell’agosto del 2007 nella villetta di famiglia a Garlasco, e mentre Alberto Stasi – l’allora fidanzato della vittima – sta per concludere la pena a 16 anni di reclusione, nuove inquietanti rivelazioni riaccendono i riflettori su uno dei casi più controversi della cronaca giudiziaria italiana.

Tra le carte della nuova indagine condotta dalla Procura di Pavia, è emerso un messaggio che potrebbe dare un’altra lettura alla vicenda:

“Mi sa che abbiamo incastrato Stasi”, si legge in uno dei 280 messaggi agli atti, attribuito a Paola Cappa, una delle gemelle cugine di Chiara Poggi. Il messaggio sarebbe stato inviato a un amico e getta ombre su quanto accaduto nel corso delle prime fasi delle indagini.

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La figura al centro della nuova inchiesta è Andrea Sempio, amico di Chiara, sul quale gli inquirenti hanno riaperto il fascicolo. In questi giorni, Sempio si è recato presso la caserma dei carabinieri di Montebello a Milano per la restituzione di un cellulare sequestrato nell’ambito dell’inchiesta. Al suo fianco l’avvocata Angela Taccia, che segue la sua posizione.

A rilanciare la notizia è stato il settimanale Giallo, che ha pubblicato documenti e post social attribuiti a Paola e Stefania Cappa, sorelle gemelle e cugine di Chiara. In particolare, ha suscitato scalpore una foto pubblicata nel 2013 da Paola, che ritrae piedi con calze a quadretti e un’impronta a pallini simile a quella repertata dagli inquirenti nella villetta della vittima, accompagnata dalla frase:

“Buon compleanno sorellina”.

In un’altra segnalazione, la rivista menziona una storia Instagram di Stefania Cappa in cui compare un bambino vicino a delle biciclette e la scritta “Fruttolo”, riferimento che il settimanale collega al vasetto dello stesso yogurt rinvenuto nella casa di Chiara subito dopo il delitto. Quel vasetto sarà ora analizzato per la ricerca di impronte e DNA, come confermato dagli inquirenti.

A rendere ancora più complesso il quadro investigativo, tornano d’attualità anche vecchie intercettazioni risalenti all’epoca del delitto. In una di queste, Paola Cappa parlerebbe con la nonna manifestando fastidio per la presenza in casa dei genitori di Chiara, che avevano trovato ospitalità dai parenti mentre la loro abitazione era sotto sequestro.

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Alberto Stasi fu condannato in via definitiva nel 2015 dopo un lungo percorso processuale, tra assoluzioni, annullamenti e ribaltamenti di sentenza. Le nuove rivelazioni e la riapertura dell’inchiesta su Sempio riaprono ferite mai rimarginate, rilanciando l’ipotesi di un possibile errore giudiziario.

Il messaggio “abbiamo incastrato Stasi” e i nuovi elementi social e forensi potrebbero avere ripercussioni clamorose, riaprendo un caso che sembrava chiuso ma che, evidentemente, continua a interrogare la giustizia, l’opinione pubblica e, soprattutto, i familiari di Chiara Poggi, ancora in cerca di verità.

 

 

@Redazione Sintony News