Papa Francesco, prima di spegnersi, ha lasciato un’ultima richiesta, umile e potente: che quella papamobile, rimasta a Betlemme come ricordo del suo pellegrinaggio e segno di speranza, fosse riconvertita in una stazione sanitaria mobile per aiutare i piccoli più colpiti dalla crisi umanitaria in corso a Gaza. Una richiesta subito accolta dalla Caritas Gerusalemme, con il sostegno della Caritas Svezia.
"Con il veicolo, saremo in grado di raggiungere i bambini che oggi non hanno accesso alle cure mediche, in un sistema sanitario al collasso", ha dichiarato Peter Brune, segretario generale di Caritas Svezia. La papamobile sarà operativa a breve, gestita da un autista e da un’équipe medica, e potrà muoversi tra le aree più isolate e vulnerabili del territorio.
L’interno del veicolo è in fase di allestimento con apparecchiature diagnostiche, forniture mediche e strumenti per trattamenti essenziali: dai test rapidi per le infezioni ai kit di sutura, da siringhe e aghi fino all’ossigeno, vaccini e un frigorifero per i medicinali. Un presidio mobile di primo intervento in un luogo dove ospedali e ambulatori sono spesso irraggiungibili o fuori uso.
"Questo veicolo rappresenta l'amore, la cura e la vicinanza dimostrati da Sua Santità per i più vulnerabili, che ha espresso durante tutta la crisi", ha affermato Anton Asfar, segretario generale di Caritas Gerusalemme. Asfar ha poi rinnovato l’appello per "un cessate il fuoco immediato e duraturo", sottolineando come "il nostro lavoro a Gaza sia una testimonianza del nostro impegno incrollabile per la salute e il benessere della comunità, anche nelle condizioni più difficili".
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