Sassari e Cagliari si confermano tra le città più generose d’Italia per quanto riguarda la donazione di organi. A certificarlo è l’ultimo report del Centro Nazionale Trapianti, pubblicato in vista della Giornata nazionale della donazione, che si celebrerà venerdì 11 aprile. Un appuntamento importante che mette in luce non solo i risultati clinici del sistema trapiantologico italiano, ma anche la sensibilità e il senso civico dei cittadini.
Nel primo trimestre del 2025, su circa 950mila dichiarazioni di volontà alla donazione registrate al rinnovo della carta d’identità elettronica, il 60,3% degli italiani ha detto “sì” alla donazione post mortem, pari a 570mila consensi. Il restante 39,7% ha scelto di opporsi, mentre 680mila persone (il 41,6%) si sono astenute, non esprimendo alcuna preferenza.
Spiccano in positivo Sassari e Cagliari, due dei principali centri urbani della Sardegna. Sassari conquista addirittura la seconda posizione a livello nazionale tra i Comuni con oltre 100mila abitanti, con un tasso di consensi del 77,2%, seconda solo a Trento (73,6%). Non da meno Cagliari, che si colloca in settima posizione con il 72,3% di consensi e un tasso di astensione del 36,5%.
A livello regionale, la Sardegna si posiziona tra le prime tre Regioni più virtuose, superata soltanto dalla Provincia autonoma di Trento e dalla Valle d’Aosta.
Attualmente, nel Sistema Informativo Trapianti sono registrate oltre 22,3 milioni di dichiarazioni, suddivise tra 15,5 milioni di consensi e 6,8 milioni di opposizioni. Tuttavia, il primo trimestre del 2025 ha registrato un incremento delle opposizioni del +3,4% rispetto allo stesso periodo del 2024, mentre le astensioni sono lievemente diminuite dello 0,6%.
«Negli ospedali italiani non sono mai stati effettuati così tanti trapianti e prelievi come nell’ultimo anno», ha dichiarato Giuseppe Feltrin, direttore del Centro Nazionale Trapianti. «La rete trapiantologica continua a crescere in efficienza e capacità, ma dobbiamo lavorare di più su coloro che si astengono o che, per mancanza di informazione, finiscono per opporsi alla donazione. Il nostro impegno sarà rivolto a loro: ai dubbiosi, a chi non ha ancora ricevuto il giusto messaggio sul valore del dono».
I più favorevoli alla donazione sono i cittadini tra i 40 e i 50 anni, tra i quali il 68,6% ha espresso consenso. I più scettici, invece, sono gli over 60 (48,4% di "no") e i giovani tra i 18 e i 30 anni, le cui opposizioni sono salite dal 33,6% del 2024 al 37,9% nel primo trimestre del 2025.
Tra i piccoli Comuni, a primeggiare è Verceia (SO), dove su 158 cittadini che hanno rinnovato la CIE, 138 hanno detto sì e solo uno ha espresso un "no". Seguono Cinte Tesino (TN) e Longano (IS), mentre Geraci Siculo (PA), leader degli ultimi tre anni, scende al quarto posto.
Questi numeri raccontano di un’Italia capace di grande generosità, ma che deve ancora lavorare sulla cultura della donazione, soprattutto tra le fasce d’età più giovani e quelle più anziane. Il dato che arriva dalla Sardegna, però, è un segnale forte e positivo: una comunità consapevole e solidale, che sceglie di dire "sì" alla vita anche dopo la morte.
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