Il caso del vino "Rosso Sinner" ha suscitato un bel po' di polemiche e discussioni, ma sembra che alla fine si sia risolto senza una vera e propria azione legale. La vicenda è nata quando l'amministrazione comunale di Manduria, in Puglia, ha deciso di regalare a Jannik Sinner 73 bottiglie di vino Primitivo di Manduria, etichettato come "Rosso Sinner". La scelta è stata legata al numero di partite vinte dal tennista nel 2024, ma la situazione ha sollevato una serie di problematiche.

In primo luogo, il Consorzio di tutela Vini di Manduria ha messo in evidenza un'irregolarità: le bottiglie non erano dotate della fascetta di Stato, un elemento obbligatorio per certificare che il vino fosse effettivamente un DOC Primitivo di Manduria. Questo ha portato a una sanzione da parte dell'Ispettorato centrale per la tutela della qualità e la repressione delle frodi. In aggiunta, l'assessore alle Attività produttive e agricoltura, Mauro Baldari, che è anche il titolare della vineria, è stato oggetto di critiche politiche, con richieste di scuse e dimissioni.

Dal punto di vista di Jannik Sinner, la questione si è complicata ulteriormente per l'uso non autorizzato della sua immagine. I suoi avvocati hanno inviato una lettera al Comune di Manduria, chiedendo che non venga più sfruttato il nome e l'immagine del campione senza il suo permesso, pur precisando che non c'era intenzione di intraprendere azioni legali. In pratica, si è trattato di un avvertimento pacato, volto a evitare futuri problemi simili, riconoscendo la buona fede degli amministratori. La vicenda ha quindi avuto un epilogo relativamente soft, ma ha messo in luce l'importanza di rispettare i diritti d'immagine e le normative legali, soprattutto quando si trattano figure pubbliche di alto profilo come Sinner.

@Redazione Sintony News