L'analisi linguistica dei testi delle canzoni in gara al Festival di Sanremo 2025 ha suscitato diverse opinioni, evidenziando la tendenza a un linguaggio più colloquiale, popolare e, talvolta, ripetitivo. Il professor Lorenzo Coveri ha sottolineato la scarsità di innovazione nel genere rock e la presenza di pochi cantautori di spicco, come Brunori Sas e Lucio Corsi, che si distinguono per la loro scrittura sofisticata e originale. D'altra parte, molti altri artisti, come Francesco Gabbani e i Modà, sono stati criticati per la banalità e la pesantezza dei loro testi.
Tra i punti più critici, si evidenziano l'uso di un lessico limitato e la prevalenza di parole come "amore", "occhi", "vita", e "cuore", che, seppur comuni nella musica popolare, non sembrano offrire spunti particolarmente nuovi. Il linguista Paolo D'Achille ha suggerito che questa ripetizione di lessemi potrebbe essere un riflesso della povertà lessicale delle ultime generazioni, tema che continua a sollevare discussioni sulla qualità linguistica della musica contemporanea. Il predominio di espressioni come "mai" su "sempre" e "niente" su "tutto" potrebbe anche indicare una visione più pessimistica, spesso riscontrabile nei testi odierni.
In generale, l'Accademia della Crusca sembra favorire testi che sanno coniugare freschezza, originalità e una certa introspezione, mentre sembra meno entusiasta di chi si affida a formule più facili o a un linguaggio più scontato.
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