La vicenda di Alessia Pifferi, già al centro dell'attenzione per la tragica morte della figlia Diana, si arricchisce di ulteriori dettagli inquietanti con l'indagine sulla lettera ricevuta in carcere. La Procura di Roma sta cercando di identificare l'uomo che avrebbe scritto una proposta di matrimonio usando l'identità di un'altra persona, un gesto che potrebbe configurarsi come stalking, come sottolineato dall'avvocata della donna, Alessia Pontenani.
La lettera, firmata con un nome falso, contiene affermazioni scioccanti, lodando l'atto che ha portato alla morte della piccola Diana e culminando in una proposta di matrimonio. L'accettazione entusiasta di Alessia Pifferi, che promette di iniziare una nuova vita fuori dal carcere, dimostrerebbe, secondo la sua legale, il suo continuo bisogno di attenzione e approvazione, segnali di una possibile fragilità psicologica.
Le autorità stanno ora indagando per identificare il mittente e comprendere le sue reali intenzioni, dato che lo stesso individuo sembrerebbe perseguitare un'altra persona. L'episodio aggiunge una dimensione ulteriore al caso, già complesso, che vede Pifferi condannata in primo grado all'ergastolo per omicidio volontario aggravato.
Il 29 gennaio inizierà il processo d'appello presso la corte d'assise di Milano. La difesa mira a ridiscutere la condanna cercando di dimostrare un vizio di mente o l'incapacità di intendere e di volere di Pifferi. Per supportare questa linea, è stata richiesta una nuova perizia psichiatrica.
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