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22 Gennaio 2025

Gigi Riva, il post del Cagliari per celebrare Rombo di Tuono

«Da quando ci hai lasciato non è più la stessa cosa»

Il post del Cagliari in ricordo di Gigi Riva è una testimonianza emozionante dell'amore e dell'ammirazione che l'intera comunità sarda e calcistica continua a nutrire per lui. Il messaggio, intriso di malinconia e gratitudine, si rivolge direttamente a "Rombo di Tuono", immaginandolo ancora protagonista, insieme ai grandi del calcio, in un ipotetico paradiso sportivo.

Con delicatezza e affetto, il club lo ricorda non solo come un calciatore straordinario, ma come un simbolo di forza, umiltà e legame con la Sardegna, una terra che Gigi Riva scelse come casa e che lui, con il suo carisma e il suo talento, contribuì a rendere speciale agli occhi del mondo.

Le parole del club richiamano momenti iconici della sua carriera, dall'indimenticabile scudetto del 1970 con il Cagliari al suo carattere schivo ma determinato, sempre al fianco dei più deboli e contrario alle ingiustizie. Viene descritto come un "Re guerriero" che rifiutava onori e privilegi, preferendo lottare con la squadra e per la squadra, un faro che illuminava i momenti più bui con la sua presenza e il suo esempio.

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La chiusura del messaggio è un ultimo saluto affettuoso, un modo per lasciare "tranquillo" Gigi Riva, pur mantenendo vivo il ricordo di ciò che ha rappresentato per la Sardegna, per il Cagliari e per tutto il calcio italiano. Questo tributo non è solo una celebrazione della sua carriera, ma anche un riconoscimento della sua umanità e del legame indissolubile con un popolo che lo ha amato profondamente. Gigi Riva rimane, oggi come allora, il simbolo di un calcio romantico, autentico e genuino.

Ecco il post integrale

 

“Ciao Gigi,

scusa se ti disturbiamo. Come stai? Cosa combini? Quaggiù arrivano notizie frammentarie. Pare che tu abbia ritrovato l’intesa storica con “Pietruzzu” e formato un tridente da sogno con Gianluca e Totò. Ve la dovete vedere con quel ragazzo col numero 13 che sta in difesa, uno forte, duro da superare. Non sappiamo se sia tutto vero, ci piace pensarlo. Chissà che duetti con Diego e “Pablito”, che duelli con “Kaiser Franz”, e magari hai riportato in servizio il tuo amico Fabio, il “Ragno Nero”. Ma, come sempre, al tuo fianco hai i tuoi amici, prima che compagni, di quella avventura meravigliosa: Claudio, Eraldo, Mario, Comunardo, Giulio, Cesare e “Bobo”.

Da quando ci hai lasciato, non è più la stessa cosa. Ti abbiamo celebrato in ogni modo. Per come ti conosciamo, avrai tirato una sbuffata di fumo dalla tua centesima sigaretta, abbozzato un mezzo sorriso e pensato che siamo tutti matti. Avrai commentato che non meritavi tanto, che in fondo eri solo un calciatore, come avevi detto in una intervista alla Rai nella pancia del Sant’Elia dopo l’ultimo infortunio, col Milan nel 1976.

La verità è che ti abbiamo voluto bene e che ci manchi. È trascorso un anno, è corso veloce come facevi tu quando ti involavi palla al piede verso la porta avversaria e facevi a pezzi difensori e portieri. Forse non l’abbiamo ancora accettato. Il fatto è che per noi eri qualcosa di più di un calciatore. Eri il nostro Re guerriero, rifiutavi la corona e continuavi a lottare. Parlavi poco, ma quel poco era sufficiente. Contavano i fatti, no? Eri il nostro vanto, il nostro orgoglio. Un vessillo da esibire, la roccia alla quale aggrapparsi quando le raffiche di vento si facevano più imperiose. Il nostro faro, la nostra certezza. Ti mettevi dalla parte dei più deboli, nemico delle ingiustizie. Sei arrivato in una Terra sconosciuta e selvaggia dove ti sei sentito a casa; con i tuoi compagni di avventura l’hai resa un’Isola felice e simpatica a chi la guardava da oltre il mare con gli occhi foderati da pregiudizio e ignoranza. A forza di rovesciate, hai capovolto il nostro mondo. L’hai fatto migliore.

Adesso ci restano i ricordi. Ciascuno ha i propri, custoditi nel profondo. Piccole istantanee da tirare fuori in una notte buia. Quel tiro speciale, quel colpo di testa in tuffo, quel gol decisivo. O un semplice incontro da bambino che ti mancava il respiro a trovartelo davanti, concluso con un autografo e una carezza. Cerchiamo di addolcire la perdita, di riempire il vuoto. Siamo più soli, anche se non lo diamo a vedere. Resistiamo. Come avresti voluto tu.

Ora ti lasciamo tranquillo, Gigi. Un saluto forte, fin lassù”.

 

 

@Redazione Sintony News