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14 Aprile 2024

Giornata donazione organi: tra donazioni in aumento ma anche opposizione

Anche se il numero di trapianti è in aumento, emergono sfide rappresentate dalle opposizioni motivate da diffidenze e disinformazione

Il 14 Aprile segna la celebrazione della "Giornata Nazionale per la Donazione di Organi", istituita con decreto lo scorso febbraio. Se l'Italia registra un aumento significativo nel numero di trapianti, emerge anche una sfida crescente rappresentata dalle opposizioni alla donazione di organi, spesso alimentate da disinformazione e timori.

Secondo il Centro Nazionale Trapianti, l'anno precedente ha visto il maggior numero di interventi degli ultimi dieci anni, con un totale di 4.462 trapianti, segnando un aumento del 15% rispetto al 2022. Questo dato positivo riflette non solo una maggiore disponibilità dei cittadini, ma anche l'efficacia del sistema trapianti italiano, attualmente al secondo posto in Europa per il numero di interventi effettuati, superato solo dalla Spagna.

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Tuttavia, c'è un lato oscuro in questo quadro positivo: l'aumento delle opposizioni alla donazione, sia al momento della morte di un familiare che durante la dichiarazione di volontà dei cittadini. Le cifre mostrano una diminuzione dell'1,2% nelle donazioni post-mortem, portando la percentuale di oppositori al 30,5%, e diminuzione, invece, dello 0,3% per quanto riguarda le dichiarazioni di volontà, cioè quello che si dichiara quando si rinnova la Carta di identità, con una percentuale di “no” alla donazione del 31,5% della popolazione maggiorenne.

Questo aumento delle opposizioni è particolarmente evidente tra le persone anziane. Mentre la media complessiva delle opposizioni si attesta al 31,5%, tra gli over 60 sale al 32,1%, tra gli over 70 al 41,5%, e tra coloro che hanno superato gli 81 anni addirittura al 55%. Questo fenomeno può essere attribuito in parte alla diffusa convinzione errata che l'età avanzata escluda automaticamente la possibilità di donare. Tuttavia, è importante sottolineare che, in molti casi, ciò dipende più dallo stato degli organi che dall'età anagrafica stessa.

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Inoltre, persistono timori diffusi riguardo alla qualità delle cure ricevute dai donatori o dai loro familiari. Tuttavia, il Centro Nazionale Trapianti smentisce categoricamente queste preoccupazioni, evidenziando l'esistenza di protocolli rigorosi e professionisti specializzati nell'accertamento della morte cerebrale e nell'assistenza post-trapianto. Questa scelta può essere effettuata in vita ed essere modificata in ogni momento. Se non si è deciso in vita, la legge prevede che i familiari diretti di un defunto (genitori, coniuge, convivente more-uxorio, oppure figli maggiorenni) debbano comunicare una decisione in merito interpretando la sua volontà. Si può esprimere la propria volontà, dopo i 18 anni, in vari modi: presso l’anagrafe, quando rinnoviamo o richiediamo la Carta di identità; presso le associazioni di trapiantati e trapiantandi o all’Aido (associazione italiana per la donazione degli organi); presso l’Azienda sanitaria locale di appartenenza; con la compilazione del tesserino blu del Ministero della Salute e scrivendo su un foglio le proprie volontà, con dati anagrafici e firma; in questi ultimi due casi bisogna conservare la dichiarazione tra i propri documenti personali.

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La donazione di organi è un atto volontario, gratuito e anonimo che può fare la differenza tra la vita e la morte per molti pazienti. Tuttavia, rimangono sfide da affrontare, come la lunghezza delle liste d'attesa, che nel 2023 contavano ancora circa 8.000 pazienti.

Infine, emerge un quadro variegato a livello regionale riguardo alla propensione alla donazione di organi. Mentre alcune regioni, come Trentino, Valle d'Aosta e Sardegna, si distinguono per una maggiore adesione, altre, come la Campania, la Sicilia e la Calabria, si trovano agli ultimi posti della classifica. In termini assoluti, sono i trentenni sardi i più propensi alla donazione, con una percentuale di “sì” che sfiora l’85%. 

 

 

Marta Rachele Pusceddu